"In centro e nelle zone della movida servono bagni pubblici"

"Non è possibile che l’unica struttura decente sia quella di via IV Novembre"

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Il tema della carenza di bagni pubblici in centro torna di stretta attualità. "Nulla, sia chiaro, giustifica gli incivili che il 25 aprile hanno usato i portici, patrimonio dell’Unesco, come orinatoi a cielo aperto, mancando di rispetto a un’intera città", premette Renato Nucci (nella foto), commerciante, presidente del Comitato Palasport. "Però, più in generale, il problema della mancanza di wc pubblici andrebbe affrontato".

Nucci ritiene "incomprensibile" il fatto che, nel centro storico "di una città in cui la presenza di turisti è in costante crescita, l’unico bagno pubblico decente sia quello di via IV Novembre, di cui anche la maggior parte dei bolognesi credo ignori l’esistenza".

In giro per il mondo "la situazione è ben diversa", afferma Nucci. E fa l’esempio di catene come Starbucks, "dove puoi entrare anche soltanto per usare il wi-fi e utilizzare i bagni".

Secondo il presidente del Comitato Palasport, per dotare la città, soprattutto il centro storico, di wc pubblici, "si potrebbero sfruttare alcuni dei tanti negozi o magazzini chiusi".

Specie nelle zone più calde della movida, ad alta densità di presenze, "si potrebbe pensare, anche con l’intervento del Comune, di realizzare dove possibile servizi pubblici a pagamento, custoditi, a fianco di altre attività commerciali, che fruirebbero degli introiti dei bagni" di cui avrebbero per così dire la gestione.

Tornando ai fatti del 25 aprile, dove al Pratello e dintorni strade, muri e portici si sono trasformati in vespasiani, Nucci non ha dubbi: "Non è possibile consentire una manifestazione che raduna migliaia di persone in una zona ‘delicata’ come quella".

E "a nulla serve un’ordinanza" del sindaco" – con tanto di divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione contenute in lattine e contenitori di vetro – "se poi nessuno è in grado di farla rispettare, come si è visto lunedì sera".

l. o.

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