CHIARA GABRIELLI
Cronaca

In coma dopo le botte. La lettera dei Ferrerio al presidente Mattarella: "Le leggi vanno cambiate"

Il 21enne Davide fu massacrato a Crotone per uno ’scambio di persona’ . Il ’quinto uomo’ è stato prosciolto e i familiari scrivono al capo dello Stato:. "Niente più vacanze né risate, questo è il dolore a cui siamo condannati"

Il 21enne Davide fu massacrato a Crotone per uno ’scambio di persona’ . Il ’quinto uomo’ è stato prosciolto e i familiari scrivono al capo dello Stato:. "Niente più vacanze né risate, questo è il dolore a cui siamo condannati". .

Il 21enne Davide fu massacrato a Crotone per uno ’scambio di persona’ . Il ’quinto uomo’ è stato prosciolto e i familiari scrivono al capo dello Stato:. "Niente più vacanze né risate, questo è il dolore a cui siamo condannati". .

"Non abbiamo più fatto una vacanza, non siamo più riusciti ad andare al mare. Da due anni e mezzo, l’unico pensiero in ogni momento libero è stare con Davide, che giace immobile in un letto d’ospedale. Le nostre vite sono andate in mille pezzi quel giorno, sono distrutte e lo sono per sempre. Questo è quello a cui siamo stati condannati, un’ingiustizia mostruosa, impossibile da accettare. Ed è per questo che ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: le leggi vanno cambiate, devono essere dalla parte delle vittime e non dei delinquenti. Le istituzioni ci ascoltino".

È talmente difficile descrivere questo strazio che Massimiliano Ferrerio, il papà di Davide, ridotto in fin di vita a 21 anni per ’uno scambio di persona’, fa fatica a trovare le parole giuste per rivolgersi al capo dello Stato. Difficile raccontare l’abisso di dolore in cui sono costretti a vivere, ma, oggi, anche "la vergogna e lo sdegno" per l’assoluzione di Alessandro Curto, colui che indirizzò gli aggressori verso il giovane bolognese che indossava "una camicia bianca".

"Sono il padre di Davide Ferrerio – inizia così la lettera, per ora una bozza, che la famiglia Ferrerio spedirà all’indirizzo di Mattarella –, che purtroppo da quasi tre anni si trova in stato di coma irreversibile, immobilizzato e intubato in un letto d’ospedale dall’agosto 2022 (mentre era in vacanza a Crotone) a causa delle lesioni provocate dall’assassino Passalacqua istigato dalla madre Perugino su indicazione di Alessandro Curto (colui che ha scritto alla 17enne con il profilo dell’ex fidanzato). La nostra famiglia si trova a dover affrontare quotidianamente un calvario di infinite, ingiuste sofferenze che potevano essere evitate se questi esseri disumani fossero stati dotati di raziocinio". Ed eccolo, il calvario di cui parla: ogni giorno, un unico pensiero fisso per tutto il tempo: Davide aveva tutta una vita davanti e quella vita non ce l’ha più. Con il tempo, invece che diminuire, crescono la rabbia e la frustrazione, l’impotenza per una situazione che non si può cambiare.

"Quando finisco di lavorare, vado al Santa Viola – racconta Massimiliano Ferrerio –, lo stesso fanno mia moglie e mio figlio. Arrivato là, entro nella stanza dove mio figlio giace immobile. Dico ’Ciao Davide, come stai?’, gli parlo come se lui potesse rispondermi. Cerco di stimolarlo con delle carezze, e quando gli sfioro la guancia, ad esempio, alza la testa, ha delle reazioni. Questo è il nostro modo di comunicare da due anni e mezzo. Gli parlo di quello che succede fuori da quella stanza di ospedale, della sua amata curva, dei suoi amici. Con lo stadio aveva un rapporto viscerale, diceva sempre che era la sua seconda casa. E che i ragazzi della curva erano tutti suoi fratelli".

Qualche giorno fa, "ho incontrato un suo amico con cui andava a fare le trasferte, è stato davvero emozionante. Poi, racconto a Davide delle partite di calcio che vado ad arbitrare, perché lui veniva sempre con me, la prima volta aveva 4 anni ed era il 2006, Bologna-Catanzaro, ho conservato i biglietti. Sono tantissimi i ricordi. Ho impresso nella mente il primo gol di Mattia Destro nella partita Bologna-Pescara del 2017. Momenti di felicità pura, di noi tutti insieme, momenti che non torneranno".

Sconfiggerla, neanche a pensarci. Ma come si può, almeno, combattere una sofferenza così? "Cerco di buttarmi in cose che mi appassionano. Vado ad arbitrare partite di calcio, mi immergo nella storia romana, in quella delle monete, cerco di distrarmi, di fare qualcosa che non mi fa pensare al dolore". E poi, "cerco di pregare, ogni giorno dico un rosario, l’ho promesso a Davide. Vado a San Luca a piedi, a volte, a chiedere un miracolo. Perché una tale mostruosità non si può accettare, nemmeno con tutti gli sforzi del mondo. Mentre chi ha contribuito a ridurlo così, oggi, resta libero, mio figlio è ridotto a letto sempre nella medesima posizione, non può più parlare, non può muoversi, non può andare alle partire, venire in vacanza con noi, stare con i suoi amici. Una realtà che ci porteremo dietro per tutta la vita, che ci è stata imposta da dei mostri, gente che ha deciso di uccidere una persona perché gli andava di farlo". E Curto, ora prosciolto in Cassazione, "non si è mai fatto vivo, non ci ha mai chiesto scusa. Non l’abbiamo sentito dire: ’Per colpa della mia vigliaccheria, a un ragazzo di vent’anni è stata tolta la sua vita, per colpa mia, quel giorno, è stato distrutto un innocente’. Mio figlio è diventato un martire, e lo è diventato per niente, senza un motivo. Non c’è una ragione. E questo ci fa impazzire di dolore".

Da quel giorno di agosto del 2022, la vita di questa famiglia si è fermata: "Non siamo più andati in vacanza, non riusciamo a stare lontani da lui e, soprattutto, non potremmo sopportare di andare al mare, in luoghi di villeggiatura dove siamo stati in un altro tempo, in un’altra vita, quando eravamo sereni e felici e stavamo bene. Piuttosto che andarci senza Davide, preferirei prendere delle coltellate. Ecco, signor Presidente, come viviamo la nostra vita dopo la tragedia senza senso che ci ha colpiti". Una ’condanna all’ergastolo’ per i familiari di Ferrerio, mentre Curto è libero. Per questo, al presidente della Repubblica chiedono "leggi giuste, che stiano dalla parte delle vittime. Perché, se non c’è rimedio a quello che è accaduto a nostro figlio, ci sia almeno un po’ di giustizia". Anna Perugino, la mandante della spedizione punitiva, è stata condannata a 12 anni per concorso in tentato omicidio, a cinque anni il compagno Andrj Gaju. Ad aggredire Davide, quel giorno, fu Nicolò Passalacqua, condannato a 12 anni e 8 mesi.

In questa lunga battaglia, i familiari di Davide – papà Massimiliano, mamma Giusy Orlando e il fratello Alessandro – sono assistiti da Gabriele Bordoni.