
Il film del bolognese Pier Paolo Paganelli domani sera al Jolly con i protagonisti
Margot è una bambina di 10 anni che fugge da un orfanotrofio in cui era tenuta prigioniera. Si imbatte, così, in un circo magico che la aiuterà a vedere la vita in modo nuovo, a riappropriarsi del proprio passato e a sottrarsi alla perfida tutrice Felicia. Margot è la protagonista di ’Incanto’, favola contemporanea a misura di famiglia, il primo lungometraggio del regista bolognese Pier Paolo Paganelli, che doveva girarlo nel bolognese già prima della pandemia, ma poi ha dovuto attendere anni e dirottare la produzione vicino a Roma. Il regista sarà domani alle 20,30 Pop Up Jolly con la protagonista Vittoria Puccini.
Paganelli come nasce la voglia di scrivere e dirigere una favola? "Ho la passione per il fantasy e visto che il cinema di genere, in Italia, ha sempre un po’ di difficoltà, ho deciso di intraprendere questa strada. A parte le mie passioni, l’idea è nata anche seguendo il lavoro della mia compagna, Nadia Severi, che per anni è stata narratrice itinerante di favole, in particolare quando è andata a Villa Sorra, a Castelfranco Emilia, in quella piccola foresta che ha sul davanti.
Villa Sorra, un luogo bellissimo e noto cinematograficamente del nostro territorio. "È la villa dove Pier Paolo Pasolini ha girato ’Salò o le 120 giornate di Sodoma’ ed è interessante come uno stesso ambiente possa dare suggestioni diverse. Da lì è arrivata l’idea dell’orfanotrofio, della fuga, e con Davide Rossetti, anche lui bolognese, abbiamo scritto questa storia, sviluppando insieme questa scintilla che poi ha avuto come luogo di riprese una villa.
Il cast presenta una serie di attori noti, in ruoli inaspettati. Come ha pensato a Panariello nel ruolo del clown o di Vittoria Puccini come madre cattivissima? "Credo che gli attori amino molto fare cose diverse e quando trovano una storia che li intriga hanno una grande disponibilità nel giocare. Pensiamo a Vittoria Puccini, famosa per Elisa di Rivombrosa, che fa la cattiva: non vedeva l’ora di un ruolo così e se gli attori sono bravi e bendisposti, allora tutto è più semplice. Giorgio Panariello aveva voglia di un ruolo fuori dal comico, siamo diventati molto amici e abbiamo un progetto per un fantasy nato da una sua idea, in cui mi vorrebbe alla regia. Per il film ho lavorato con una actor coach, Maria Chiara Giordani, che per una settimana ha lavorato con Giorgio e Vittoria con tecniche che qui si usano poco, ma che in America sono molto diffuse, nell’espressione di vari registri emotivi".
Incanto colpisce anche per la sua dolcezza e per questo circo magico che insegna il rispetto. "Il film esce casualmente in un momento particolare del mondo, fatto di guerre, di bambini che muoiono, di grandi tragedie: credo che il pubblico sia moralmente preparato per andare a vedere una favola che è come una carezza. Sul tema del circo, inizialmente ho un po’ temuto che riconducesse a Fellini, ma sono stato lontano da quella visione. Ammetto invece un’influenza da Tim Burton, è un maestro e vorrei conoscerlo per proporgli un film in stop motion molto ambizioso che ho già in mente".
Benedetta Cucci