Bologna, un anno fuori casa dopo l’incendio di via Molino di Pescarola

L’odissea dei residenti di un condominio. Due appartamenti ancora inaccessibili e i risarcimenti tardano

I residenti del condominio di via Molino di Pescarola davanti al palazzo ancora annerito

I residenti del condominio di via Molino di Pescarola davanti al palazzo ancora annerito

Bologna, 10 settembre 2018 – L’incendio di alcune auto in un parcheggio condominiale mandò a fuoco anche il condominio soprastante. Da quel giorno, il 26 settembre dello scorso anno, i residenti di un palazzo in via Molino di Pescarola 66 stanno vivendo un’odissea che non trova fine. Se, infatti, sette famiglie sono riuscite a rientrare in casa, dopo un periodo passato da amici e parenti, per permettere i lavori di ripristino degli appartamenti, due signore, di 73 e 89 anni, invece, sono ancora fuori casa, a un anno dall’incendio, perché gli interventi di manutenzione sono fermi.

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"A fine ottobre 2017 sono state ripristinate le utenze con relativa messa in sicurezza dello stabile di 7 condomini su 9, ma da allora è cominciata una vera e propria odissea per tutti e in particolare per le due signore che ancora oggi non sono riuscite a rientrare nelle proprie abitazioni", raccontano i residenti in una lettera inviata anche al presidente di Quartiere Daniele Ara. Il palazzo, stando al racconto dei condomini, è assicurato e quindi erano stati stanziati i primi soldi per permettere l’avvio dei lavori: "Dopo 9 mesi sono arrivati circa 20/25mila euro come anticipo sui lavori, come previsto dalla polizza per danni di importo elevato", continua la lettera dei residenti, poi però gli interventi si sono fermati perché, per motivi che anche i condomini stanno cercando di capire, non sono arrivati altri fondi dall’assicurazione per proseguire e completare la ristrutturazione. Nei giorni scorsi l’amministratore ha incontrato il perito dell’assicurazione per cercare di sbloccare la situazione. Ancora oggi, quindi, sono ancora ben visibili i danni causati dall’incendio, con le mura annerite dal fumo, le transenne montate per mettere in sicurezza l’area e permettere i lavori.

"I condomini hanno anche versato di tasca propria, a titolo di anticipo sui materiali, 7mila euro, ma i lavori di ripristino non sono ripresi ugualmente – continua la lettera –. Dopo 11 mesi, e sottolineiamo 11 mesi, siamo ancora al punto di partenza". A far demoralizzare i residenti, allora, è anche lo scenario che si trovano di fronte ogni giorno, definito come "la periferia di una città bombardata". Per tutti, inoltre, sia tra chi è rientrato in casa e chi è ancora in attesa di riprendere possesso del proprio appartamento, resta l’amarezza per quanto accaduto: "Oltre al danno diretto alle proprie case, i condomini hanno subito danni relativi alla distruzione delle proprie auto, moto, cantine, garage. I ricordi di una vita – conclude la lettera dei residenti –. E c’è ancora chi deve sostenere costi per affitti alternativi".

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