Bologna, 3 giugno 2025 – Il rancore avrebbe mosso la mano di Genaro Maffia. Lo sospetta la polizia che, in una corsa contro il tempo, è riuscita a ricostruire la dinamica di un delitto efferato, far emettere un fermo dal gip Claudio Paris e far arrestare, all’aeroporto di Barcellona, l’indagato del duplice omicidio di piazza dell’Unità.

La scena del delitto
Gli investigatori della Squadra Mobile sono partiti dalla scena del crimine: l’appartamento dove, massacrati, sono stati ritrovati Luca Gombi, 50 anni, e il compagno Luca Monaldi, 54. Il primo era in corridoio straziato da più ferite all’addome; l’altra in cucina, sgozzato. Entrambi erano vestiti e calzavano anche le scarpe.
L’omicidio è avvenuto presumibilmente intorno alle 5,30. I vicini avrebbero dato però l’allarme un po' più tardi e la polizia sarebbe arrivata nell’abilitazione alle 6,40 circa. La porta era chiusa e per entrare gli agenti delle Volanti hanno dovuto richiedere l'intervento dei vigili del fuoco. Una volta dentro hanno trovato la mattanza.
Nell’abitazione mancava però il terzo coinquilino: proprio Maffia. E subito le indagini si sono concentrate su di lui.
Il video delle telecamere di sorveglianza
Dalle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza di Piazza dell’unità l’uomo è stato ripreso mentre con due pesanti trolley e uno zaino si allontanava verso il vicino posteggio dei taxi. E qui l’intuizione decisiva: Maffia poteva essere andato alla stazione o in aeroporto per allontanarsi e far perdere le sue tracce. Alla stazione, però, dall’analisi delle telecamere non è emersa traccia di lui. Invece la Polaria, al Marconi, ha scoperto che l’uomo aveva acquistato in contanti due biglietti: uno per Madrid, l’altro per Barcellona. E si era imbarcato proprio su quest’ultimo volo delle 8,45.
Quando gli agenti sono arrivati in aeroporto, lui stava sorvolando la Costa Azzurra. A quel punto non c’è stato un minuto da perdere: la macchina della giustizia si è mossa attivando lo Sco, il servizio operativo centrale della polizia, e lo Scip (servizio di cooperazione internazionale di polizia) con il suo organo Fast (fugitive active searching team) che in mezz’ora si sono messi in contatto con la polizia iberica, fornendo ai colleghi tutte le indicazioni. Appena atterrato a El Prat, Maffia è stato fermato.
Il movente del duplice omicidio
Intanto, con il pm Tommaso Pierini, gli investigatori hanno ricostruito il plausibile movente, la scena del delitto e hanno ascoltato i testimoni. Sono emersi così rancore crescente dell'indagato nei confronti delle vittime, le denunce che nel tempo aveva presentato, l'ultima dello scorso venerdì, il fatto che lui dovesse lasciare la casa dove aveva vissuto nell'ultimo anno. Ed è emerso pure come la coppia, per farlo andare via, gli avesse offerto una buonuscita di 20.000 euro, che pareva l'uomo avesse accettato. Ma qualcosa, che ancora gli inquirenti dovranno capire, è scattato l'altra notte nella mente dell'uomo, spingendolo a compiere un massacro insensato. Che, poi, è l'ipotesi degli inquirenti, ha anche tentato di mascherare: le vittime sono infatti state trovate ognuna con un coltello in mano, uno insanguinato l'altro no. I loro borselli erano stati rovistati e dentro presentavano tracce di sangue. È plausibile quindi che l'uomo tra l'omicidio e la fuga abbia avuto il tempo di organizzare la scena, cambiarsi, cercare del denaro dove sapeva poteva esserci, fare le valigie e scappare via. Forse voleva tornare dalla famiglia in Venezuela: potrà raccontare la sua versione quando verrà ascoltato. Intanto bisognerà attendere l'estradizione, mentre le indagini vanno avanti per delineare i contorni di una vicenda agghiacciante.