Incidente mortale a San Giorgio di Piano. La nonna di Pietro. "Ragazzo dal cuore grande"

Parla la parente di uno dei due 19enni morti nello schianto dopo essere fuggiti da un posto di blocco

La macchina incidentata e nel riquadro Pietro De Matteis

La macchina incidentata e nel riquadro Pietro De Matteis

Bologna, 11 novembre 2018 - La cucina dove il suo Pietro aveva pranzato pochi giorni prima ora è avvolta da un silenzio assordante. Giuseppina Castaldo, nonna del 19enne di Pieve di Cento morto nello schianto a San Giorgio, non si dà pace perché amava quel ragazzo «buono, che si ricordava sempre di me – racconta –. Non mancava mai di venirmi a trovare. Aveva un cuore grande e tanti amici qui in paese». E poi la donna, disperata, cerca di capire: «Ma come è successo?». Prende il piccolo telefonino sulla credenza e cerca risposte, chiamando i parenti. Nessuno le risponde, tutti sono alla camera mortuaria dell’ospedale di Bentivoglio.

AGGIORNAMENTO Martedì 13 novembre l'addio a Pietro

«Pochi giorni fa era qui a mangiare con me, in questa cucina – ripete la donna –. Non riesco a crederci. Mio nipote era un ragazzo eccezionale. Non so chi frequentasse, ma aveva la testa sulle spalle. Era un ragazzo serio ed educato». Giuseppina a piedi raggiunge una pizzeria sulla Circonvallazione a Pieve di Cento, dove abita l’altra nipote. Le mancano le forze e trova l’aiuto di un ragazzo, lungo il cammino, che la sorregge facendola sedere su una panchina. Non c’è nessuno: amici, parenti e genitori di entrambi i 19enni morti sono a Bentivoglio. A una ventina di chilometri di distanza, infatti, davanti al piccolo bar- tabacchi del nosocomio c’è un via vai incessante di giovani in lacrime.

L’auto fuori strada dopo l’incidente
L’auto fuori strada dopo l’incidente

Un’amica di Pietro De Matteis saluta gli altri, che si avviano verso il parcheggio, e torna verso la camera mortuaria: «Devo abbracciarlo per l’ultima volta», spiega attardandosi. E mentre la ragazza si allontana, altri giovani sui vent’anni, tutti sotto choc, raggiungono un’utilitaria. Ma prima uno di loro ricorda l’amico scomparso: «Era con Pietro al Vintage, prima del terribile incidente. Abbiamo parlato e scherzato come al solito. Era una serata come tante, senza particolari novità, ma quando lo vedevo riusciva a strapparmi sempre un sorriso. Lui non mancava mai: per gli amici c’era sempre e noi oggi non potevamo non esserci. Sarà difficile addormentarsi questa notte, ma cerchiamo di andare avanti». Risulta amaro oggi un post pubblicato da Pietro sui social nel 2014: «Ama la musica, divertiti responsabilmente». L’estate scorsa passata in compagnia: «Ci siamo divertiti tanto – dice un amico –, amava il mare. Era stato anche in America. Cosa ricordo di lui? Non era mai stanco di vivere e conoscere cose nuove». Un altro giovane ha frequentato con lui l’istituto tecnico e professionale Taddia, a Cento nel Ferrarese: «Eravamo in classe insieme e ricordo che amava i tatuaggi, sopratutto i tribali che avevano significati particolari. Posso soltanto dire che era una persona molto intelligente. Capiva tutto al volo. Quando ho saputo dell’incidente ho sofferto tantissimo. Pieve di Cento ha perso una persona speciale».

 

 

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