Morto nell'incidente a Porretta: chi era il dirigente della Venturina calcio

Il ricordo: "Caro Zio, ci mancherai. Petru non era solo un numero uno della società, ma parte integrante della nostra famiglia"

Ioan Petru Aparaschivei, noto come ’lo zio’, aveva 45 anni e lascia la moglie

Ioan Petru Aparaschivei, noto come ’lo zio’, aveva 45 anni e lascia la moglie

Porretta Terme (Bologna), 13 settembre 2022 - "Siamo senza parole e il dolore, oltre che lo sgomento, sono tanti. Lui per noi era parte attiva della squadra". Con queste parole Benedetta Bagnacavalli, presidente dell’associazione sportiva a cui fa parte la Venturina Art calcio (squadra di seconda categoria), ricorda Ioan Petru Aparaschivei, soprannominato dai più ’lo zio’. "Da quando la squadra era tornata a esistere, circa da tre anni a questa parte o poco più, Petru ha fatto parte del team. Lui, infatti, non era solo un dirigente accompagnatore, non si limitava mai a fare solo il suo ruolo. Era una parte sempre attiva ed importante della squadra, della famiglia, perché è poi questo che siamo" ha proseguito poi la presidente Bagnacavalli. Che ha aggiunto: "Ci mancherà davvero tanto e ancora non riusciamo a capire come questo incidente sia potuto accadere".

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Poi le parole della presidente tornano sul susseguirsi di eventi prima dello schianto: "Petru e parte della squadra si erano recati, dopo la partita che abbiamo anche vinto, nel nostro bar di fiducia in centro a Porretta. Vanno tutti sempre lì dopo le partite, che si vinca o si perda, non importa. È una cabala che i ragazzi amano anche perché il bar in questione è anche sponsor della nostra società sportiva". Dopo un post-partita trascorso al bar Petru ha deciso di fare rientro a casa, nei pressi del centro del paese.

«Sono andati via quasi tutti insieme. Aparaschivei si è diretto sul motorino, è salito in sella, ha messo in moto ed è partito. Dietro di lui alcuni ragazzi del team in macchina. Un minuto dopo esatto che tutti si erano messi in strada, ognuno di rientro alla propria casa, l’impatto su via Roma – prosegue la presidente –. È successo tutto in una frazione di secondo. I ragazzi della squadra che erano in auto si sono fermati e sono accorsi per aiutare Petru, nonostante lo choc".

La Bagnacavalli, poi, racconta che uno dei giocatori era con la fidanzata che presta assistenza sulle ambulanze a Bologna. Ed è stata proprio lei che è scesa in strada e, fino a che non sono arrivati i soccorsi, ha praticato le manovre di rianimazione a Petru. "Hanno provato a salvarlo in tutti i modi. Gli hanno fatto le manovre cardiopolomonari per oltre venti minuti, ma da quanto ci hanno raccontato non ha mai ripreso conoscenza. All’inizio, subito dopo l’impatto sembrava stesse respirando, poi, però, tutti hanno capito che i traumi erano troppo gravi".

In merito alla presenza o meno del casco la presidente non si esprime ma conclude: "Alcune cose non ce le spieghiamo, perché era una persona sempre ligia al dovere tanto quanto alle regole".

z. p.

 

 

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