
La casa-azienda agricola della vittima Bruno Ansaloni (nel riquadro)
Bologna, 2 giugno 2025 – “Era il padre di una famiglia esemplare. Sempre con il sorriso, felice. Proprio una bella persona”. A Sant’Agata Bolognese le campane della chiesa dei Santi Andrea e Agata spezzano il silenzio che c’è nel comune. Tre rintocchi, ripetuti più volte, che indicano un lutto che ha colpito tutta la comunità. Da chi con Bruno Ansaloni – morto in un terribile incidente stradale nella notte dell’1 giugno – ci è cresciuto, a chi andava a casa sua in via Pedicello o al banchetto a Porta Otesia, davanti al Comune, per comprare la frutta e la verdura prodotta dall’azienda agricola Ansaloni.
“Una famiglia molto integrata e conosciuta nel tessuto sociale, economico, imprenditoriale e parrocchiale. Una perdita molto grossa, c’è tanta amarezza e tristezza, anche per la dinamica dell’incidente”, racconta il sindaco Giuseppe Vicinelli. Bruno Ansaloni, classe ’69, aveva avuto un passato nella banda comunale. Molto attivo a livello sociale e religioso, frequentava la parrocchia di don Giovanni Bellini. Massimo Zambelli lo ricorda così: “Bruno è una delle persone più buone e gentili che abbia conosciuto”. Al bancone del bar La Baracchina, nel centro del paese, c’è un amico d’infanzia di Bruno. Venerdì si erano visti per pagare una fattura, dati i rapporti lavorativi che avevano i due, tra l’azienda agricola di Bruno e la rivendita di concimi dove lavorava l’amico, che preferisce rimanere anonimo. E ora anche lui lo piange: “Ieri mattina su una chat tra amici è arrivata la notizia di questa tragedia. Una persona così buona e corretta io non l’avevo mai conosciuta. Eravamo amici da una vita, frequentando l’asilo e le elementari insieme. Condoglianze alla sua famiglia esemplare”.
Appena fuori dal centro città c’è quella panchina dove nel 1985 Bruno si ritrovava insieme agli amici. Rapporti che sono continuati negli anni, tanto da avere un gruppo su WhatsApp, chiamato appunto Panca 85. E ora tutti loro ci tengono a fare le condoglianze alla famiglia di Bruno. Anche al bar dei Frati, a due passi dalla casa in cui viveva Bruno e a qualche centinaia di metri dalla fabbrica e dal museo della Lamborghini, ci sono altri amici di vecchia data: “Era davvero una persona perbene, che tristezza”, dice un signore con gli occhi lucidi. La morte di Bruno ha colpito tutto il paese che non si capacita per come si sia consumata questa tragedia immane. In via Pedicello è ancora esposto il cartello per la vendita della frutta e della verdura. Un gazebo, i campi coltivati e le serre. La casa e l’azienda agricola Ansaloni, dove Bruno ha passato una vita in compagnia della moglie, ora in prognosi riservata, e dei due figli. Una realtà di campagna, apprezzata e benvoluta da tutta Sant’Agata Bolognese, comune in cui nacque Nilla Pizzi. Anche i vicini di casa sono distrutti da questa tragedia: “Quando l’ho saputo non ci potevo credere. Che dolore, che strazio”.