Incidente via Azzurra Bologna, il conducente positivo alla cocaina: rischia 12 anni

Gian Luca Nilo, 39 anni, è ancora in carcere: processo a dicembre. Nello schianto perse la vita Luisa Giovannini, 81 anni

Bologna, 14 novembre 2022 - È ancora in carcere Gian Luca Nilo, 39 anni, l’uomo che il 22 ottobre scorso travolse e uccise con l’auto prestata da un amico Luisa Giovannini, 81 anni, in via Azzurra. Nel frattempo sono arrivati i risultati dell’esame tossicologico fatto tramite prelievo del sangue all’uomo il giorno dello schianto, per chiarire se avesse sostanze stupefacenti in circolo. E la risposta del referto è stata chiara: Nilo, prima della disgrazia, aveva assunto cocaina.

L'incidente in via Azzurra in cui morì Luisa Giovannini
L'incidente in via Azzurra in cui morì Luisa Giovannini

Il trentanovenne, dopo l’inci dente, era stato portato al pronto soccorso e infine arrestato: dopo una notte in cella di sicurezza, all’esito della convalida dell’arresto fu trasferito direttamente alla Dozza.

Udienza cui sarebbe dovuto seguire il processo con rito direttissimo, in cui doveva rispondere dell’accusa di omicidio stradale senza aggravanti, dato che appunto gli esiti dell’esame tossicologico non erano ancora arrivati e l’alcoltest eseguito dagli agenti della polizia locale direttamente sul posto, quel giorno, risultò negativo. Dopo la richiesta dei termini a difesa presentata dal suo avvocato Luciano Bertoluzza, l’udienza è stata rimandata al prossimo 7 dicembre. L’esito positivo del tossicologi, inevitabilmente comporterà una modifica dell’imputazione, portando Nilo a rischiare fino a 12 anni di carcere. Peraltro quel 22 ottobre, i poliziotti della municipale trovarono in un borsello che l’uomo aveva portato con sé al pronto soccorso 12 grammi di cocaina e dieci di hashish, oltre a 1.850 euro in contanti, due coltellini e un manganello telescopico. Nilo ha precedenti in materia di stupefacenti e proprio per questo non ha più la patente, che la Prefettura gli revocò nel 2017 a seguito di diversi episodi in cui fu scoperto alla guida in stato di alterazione da alcol o droghe.

La Golf nera che guidava il giorno della morte di Luisa gli era stata prestata da un amico: fu quest’ultimo a telefonare alla Questura per spiegare la situazione, quando riconobbe la propria auto nelle immagini dell’incidente pubblicate dai giornali. Finì nei guai per incauto affidamento.

L’incidente avvenne poco dopo le 13: Luisa, con la spesa appena fatta, era sul marciapiede e si accingeva ad attraversare sulle strisce per rientrare a casa quando fu schiacciata dalla Golf condotta da Nilo, che si era capottata dopo avere urtato una Yaris rossa proveniente dalla direzione opposta. La manovra, stando alla ricostruzione della donna incinta a bordo della Yaris, sarebbe seguita all’invasione della corsia opposta da parte del trentanovenne, assopito o forse distratto; ridestato dal clacson dell’altra auto, tentò di schivarla con la brusca sterzata, che però non poté evitare del tuttol’urto e il successivo volo della Golf, che costò la vita alla signora Luisa lì accanto.

Il precedente

Un incidente tragico, ennesimo in poco tempo in città. Per di più solo tre giorni prima nella stessa strada era stato investito sulle strisce un tredicenne che rientrava da scuola, per fortuna senza conseguenze tragiche. E a maggio 2021 una bimba di 10 anni era finita in Rianimazione dopo essere stata travolta da un’auto mentre era in sella alla sua bici. Così, il caso di via Azzurra aveva scosso non poco gli animi. Qualche giorno dopo le associazioni Salvaiciclisti e Bologna30 organizzarono sul posto un’assemblea pubblica, per confrontarsi e sollecitare all’amministrazione misure urgenti per ridurre il numero di incidenti fatali sotto le Torri. Era intanto già prevista per i primi di novembre la delibera di giunta con cui il sindaco Matteo Lepore ha stabilito la prima tabella di marcia per l’adozione del limite dei 30 chilometri orari in varie vie della città.

 

 

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