Bologna, crescono gli incidenti in montagna. "Troppi escursionisti impreparati"

Superlavoro per le stazioni bolognesi del Soccorso alpino

Bologna, crescono gli incidenti in montagna

Bologna, crescono gli incidenti in montagna

Bologna, 21 agosto 2019 - Sono in netto aumento gli interventi del Soccorso alpino in territorio bolognese. Crescono i frequentatori della montagna e aumenta, in misura più che proporzionale, l’impegno dei soccorritori delle due stazioni che si suddividono la competenza su colline e montagne della nostra provincia. La stazione di Rocca di Badolo, che ha giurisdizione sulla fascia preappenninica che comprende anche la bassa e media collina, dispone di 60 tecnici effettivi, dei quali però meno di ventina compongono le squadre di terra, perché gli altri sono medici e infermieri provenienti da Bologna che si turnano alla base dell’elisoccorso di Pavullo. La stazione del Corno alle Scale, invece, vigila sulla fascia di crinale fino alle quote maggiori al confine con la Toscana e può contare su 25 tecnici. Dal 1° gennaio al 31 luglio scorso le squadre di Badolo hanno effettuato 25 interventi di soccorso, contro i 19 dello stesso periodo del 2018. Sono stati 26 invece gli interventi della stazione del Corno, mentre erano stati 21 nei primi sette mesi dell’anno scorso. L’aumento quindi è netto ed è ancora più evidente se si considera che arriva dopo un inverno avaro di neve, in cui la frequentazione della montagna invernale da parte di escursionisti e scialpinisti è stata inferiore rispetto alla norma della stagione fredda. A livello regionale gli interventi del Soccorso alpino dell’Emilia Romagna su tutto il territorio fino al 31 luglio sono stati 413, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.

I numeri indicano una netta crescita degli interventi del soccorso alpino sul territorio bolognese. Come lo spiega?

«Da circa tre anni a questa parte abbiamo notato un aumento degli interventi soprattutto nella fascia pedemontana e collinare – risponde Danilo Righi, tecnico soccorritore di lungo corso e portavoce del Soccorso alpino alpino dell’Emilia Romagna –: questo è dovuto a un aumento degli escursionisti che oggi riscoprono i sentieri a bassa quota con i cammini, come la Via degli dei, la Via Mater Dei e così via. Si tratta di zone in cui in precedenza si interveniva quasi esclusivamente per infortuni sul lavoro, fungaioli o cacciatori. Questa tendenza si è affermata e prosegue anche in questi mesi».

E’ l’unica ragione?

«Un altro aspetto che abbiamo notato è che abbiamo un aumento nell’ordine del 7% di soccorsi per traumi o malori di persone nella fascia tra i 70 e gli 80 anni, quindi c’è una maggiore frequentazione delle persone di una certa età. A chi soffre di patologie croniche consigliamo di consultarsi con il proprio medico prima di intraprendere determinate attività».

Se aumentano i frequentatori dell’Appennino, la preparazione media di chi si avventura in montagna forse non cresce di pari passo.

«Purtroppo notiamo una scarsa preparazione, anche mentale, nell’andare in montagna. La gita si comincia pianificandola a tavolino con una carta altimetrica che ci consenta di raccogliere certi dati, come il dislivello e la progressione in termini di chilometri. Già da questo si dovrebbe capire se si è fisicamente preparati. Poi, non si deve solo salire ma anche scendere: il ritorno è la fase più problematica, nella quale si verifica la maggior parte delle perdite di orientamento e di traumi».

Scelto il percorso, cosa altro bisogna considerare?

«Intanto della pianificazione deve far parte anche una verifica delle condizioni meteo. Quest’anno abbiamo avuto almeno tre interventi per persone sorprese dal brutto tempo e con grandinate importanti, addirittura in presenza di allerte meteo della Protezione civile. Oggi ci sono siti che forniscono anche previsioni per singole località, ma poi a livello locale le condizioni possono variare, quindi occhio alle nubi sopra la testa e quando si addensano è un segnale da cogliere. Poi l’equipaggiamento e l’abbigliamento, a cominciare dalle scarpe, che devono essere alte alla caviglia e con una suola adatta, almeno un litro di acqua, cibo, una lampada frontale, felpa e giacca. In caso di problemi, ognuno di questi elementi può fare la differenza».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro