Avvelenò la compagna incinta, dopo due mesi è libero

Revocati i domiciliari al 35enne di Savigno. L’unico divieto: non può entrare a Bazzano, dove vive lei con il bimbo

Avvelenò la compagna incinta. Dopo due mesi è libero

Avvelenò la compagna incinta. Dopo due mesi è libero

Bologna, 29 dicembre 2016 - Libero. Dopo due mesi di carcere e oltre tre ai domiciliari, Andrea Degli Esposti – il 35enne di Savigno che ha tentato di far abortire la compagna servendole una bibita avvelenata – è tornato libero. La misura è stata revocata a inizio mese, prevedendo però un divieto di ingresso nel territorio di Bazzano, dove la ex è tornata ad abitare con il figlio (per un periodo è stata in Toscana dai parenti) e dove lavora come infermiera. Le indagini del pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio sono ancora aperte, le ipotesi a carico del dipendente comunale (sospeso) di Valsamoggia sono lesioni personali gravissime e tentata interruzione di gravidanza. Ma molto potrebbe cambiare con le due consulenze del pm.

Il medico legale Matteo Tudini, infatti, ha già depositato la sua relazione dove i danni causati alla donna vengono quantificati nei 23 giorni di ricovero, ma si parla anche di impossibilità di attendere alle proprie occupazioni superiore ai 40 giorni. Lesioni lievi, insomma, senza danni permanenti. All’appello manca, però, ancora l’esito delle risultanze tossicologiche, affidate alla dottoressa Elia Del Borrello, le uniche in grado di stabilire la reale pericolosità dello sgorgante per lavastoviglie usato da Degli Esposti per adulterare la bibita servita. Poteva quella sostanza caustica causare la perdita del bambino o mettere a rischio la vita della donna? Secondo la difesa, affidata agli avvocati Patrizio Orlandi e Simone Zambelli, nulla di tutto ciò era possibile. E a supporto di questa tesi va il lavoro dei due periti di parte, del medico legale Paolo Zunarelli e della tossicologa Patrizia Hrelia. Ma per Nicola Termanini, legale della vittima l’intento era uccidere.

La cronaca dei fatti di quella sera del 31 maggio è, però, impietosa. Degli Esposti, dopo aver saputo che il bambino che aspettava dalla compagna 34enne era affetto da una sindrome genetica, ha organizzato un piano per cercare di liberarsi del nascituro. Un piano che, come lui stesso ha ammesso sotto interrogatorio, aveva pensato per giorni. Fino a metterlo in pratica. Ha aggiunto sgorgante per lavastoviglie a una bibita gassata e con una scusa l’ha fatta bere alla compagna, incinta di sette mesi. Poi per lei la folle corsa all’ospedale e il ricovero in rianimazione, mentre per lui in poche ore scattavano le manette.

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