Bologna, incinta malata di tumore. Operata dopo il parto / FOTO

La storia di Jessica Ricci commuove il web: "Ora ricomincio a vivere insieme a mio figlio"

Jessica mentre era sottoposta alla chemioterapia (foto da Facebook)

Jessica mentre era sottoposta alla chemioterapia (foto da Facebook)

Bologna, 17 ottobre 2017 – Dalla scoperta della gravidanza, il 6 dicembre dello scorso anno, alle parole che non dimenticherà mai, «lei ha un tumore», alla nascita del figlio Tommaso il 3 agosto, e finalmente al recente giorno della verità, in cui Jessica Ricci, 29 anni, ha pianto, ma stavolta «finalmente solo lacrime di gioia».

È la storia di una giovane mamma di Molinella, scritta come in una sorta di diario nel suo profilo Facebook, dove ha pubblicato anche le foto delle tappe vissute negli ultimi mesi, compresa l’immagine del suo bimbo.

Questi sono i giorni della serenità, ma Jessica parte dall’inizio e ricorda che «quello che doveva essere il momento più felice e sereno della mia vita, si era appena trasformato nel peggiore degli incubi».

Ora Jessica è a casa, Tommaso le è accanto e si fa sentire, pesa già cinque chili e mezzo, e la voglia di raccontare le è venuta, dice, «per dare coraggio agli altri che vivono la mia situazione o che in futuro potrebbero scoprire di avere un cancro come è capitato a me».

La prima corsa al pronto soccorso di un ospedale pochi giorni dopo aver saputo che era in dolce attesa. «Ho avuto perdite di sangue e i medici hanno capito che qualcosa non andava, ma non sapevano dire con esattezza che cosa fosse – spiega Jessica –. Ho girato in diversi ospedali e poi lo scorso gennaio sono arrivata al Sant’Orsola: lì è stato tutto chiaro e quando ho saputo la diagnosi, un tumore al collo dell’utero, mi è quasi mancato il respiro e un minuto dopo ho pensato ‘quanto mi rimane, tra quanto morirò?’. Poi ho sentito le storie delle altre donne che erano in reparto, ho letto dei blog, e piano piano ho trovato dentro di me la forza di lottare».

La gravidanza è stata accompagnata da esami, visite e chemio. «Per sei mesi la mia settimana è stata così: lunedì prelievi, martedì chemio, mercoledì trasfusioni, giovedì visite. Il mio corpo cambiava e non mi riconoscevo più. Spesso non avevo nemmeno la forza di reggermi in piedi, ma dovevo farcela, per me e per mio figlio». Poi Tommaso nasce, con un parto cesareo, e la mamma lo allatta per tre mesi. E arriva il momento dell’intervento. «All’inizio di settembre mi hanno e il dottor Pierandrea De Iaco è riuscito a portare via la massa tumorale preservando l’utero, così, se sarà possibile, potrò avere altri figli. Poi il 26 settembre il risultato dell’esame istologico: tutto bene. Sono uscita dall’ambulatorio con un sorriso e un pianto liberatorio, ora ricomincio a vivere godendomi la vita e mio figlio che è stato davvero un miracolo, perché poteva non esserci e invece ha lottato insieme a me per nove mesi, dentro di me, vicino a quel tumore. Oggi mi sorride come se mi volesse dire ‘mamma ce l’abbiamo fatta’».

La commozione è tanta, anche se Jessica è una donna forte e consapevole: «So che il mio percorso si è momentaneamente concluso, perché come tutti i pazienti che hanno avuto un tumore mi dovrò sottoporre a visite e controlli ogni sei mesi per i primi cinque anni, visto che in questo periodo il rischio di recidiva è più alto rispetto alla fase successiva».

Per la mamma è anche il momento di ringraziare «medici, chirurghi, infermieri e tutto il personale del Sant’Orsola: mi hanno fatto sentire ‘a casa’ anche in un letto di ospedale e mi hanno trattato da ‘figlia’ piuttosto che da paziente. E sento ancora Lucia Polpatelli, la psicologa che mi ha seguito dopo ogni chemio. Anzi, quando vado al Policlinico cerco sempre di andarla a salutare».

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