"Incredibile suonare con gli Inti-Illimani"

Giulio Wilson domani sul palco del Duse con l’iconica band andina per il nuovo album ’Agua’: "Il pubblico si alza e canta con noi"

"Incredibile suonare con gli Inti-Illimani"

"Incredibile suonare con gli Inti-Illimani"

di Francesco Moroni

"C’è appena stata la prima del tour a Bruxelles. Ora torniamo a Bologna, dopo essere venuti lo scorso anno, ma con il nuovo progetto: non vediamo l’ora". Giulio Wilson risponde al telefono con entusiasmo mentre si trova in viaggio insieme a Jorge Coulón e gli Inti-Illimani: dribblando i vari ostacoli lungo la via, la meta finale sono le Due Torri. "C’è una pioggia pazzesca, dobbiamo riuscire a fermarci in autogrill appena possiamo – ripete –: sono le emozioni della tournée…". Sarà solo un’ironica curiosità, oppure no, ma l’album pubblicato appena una manciata di settimane fa per The Saifam Group si chiama proprio ‘Agua’. Un progetto artistico sull’asse Firenze-Santiago, coordinato dal discografico Paolo Maiorino, che unisce in un flusso unico la tradizione e le sonorità portate nel mondo dagli ambasciatori di pace andini alle parole e allo stile del cantautore toscano. Il grido contro ogni forma di guerra e violenza sembra così mutare e mescolarsi, arricchirsi e diffondersi, senza smettere di cantare problematiche attuali, dagli sconvolgimenti della crisi climatica al recupero dei valori umani. Un viaggio tra gli strumenti tipici come la zampogna, la quechua, il bombo, il cuatro venezuelano, il tres cubano, tra la chitarra e il pianoforte di Giulio Wilson. Il tour mondiale di ‘Agua’, prodotto da Imarts, arriva domani alle 21 al Teatro Duse (info: 051 231836 | teatroduse.it).

Cosa vedremo al Duse?

"Faremo sia i successi del passato degli Inti-Illimani, che i brani dell’ultimo disco. Un crescendo di emozioni vecchie e nuove: per me poter suonare con loro è una cosa incredibile, significa raccogliere un’eredità importante. Aver collaborato addirittura ad un album è un evento eccezionale".

Il sodalizio com’è nato?

"Nel 2019 decisi di mandare loro un brano da ascoltare: gli piacque molto e mi chiesero di raggiungerli in studio per registrarlo. Così, un po’ alla volta, è venuta fuori la possibilità di un vero e proprio disco insieme".

Secondo lei, la musica degli Inti-Illimani è cambiata nel corso degli anni?

"Sono un gruppo storico, sì, ma non sono fermi a una visione anni Settanta. Sono andati avanti, anche dopo aver fatto ritorno in Cile (dopo i quindici anni passati in Italia come rifugiati politici, ndr). Hanno una grande carriera e hanno fatti grandi cose, oltre a diverse collaborazioni, e anche tecnicamente nel tempo sono molto migliorati".

Bruce Springsteen, Sting, Peter Gabriel, Tracy Chapman: sono diverse le star che hanno fatto musica con la band andina. Crede che oggi le esibizioni siano più slegate dalla politica rispetto a un tempo?

"Forse qualche anno fa c’era un coinvolgimento più acceso, che oggi non c’è più Ma questo non vuol dire fare brani disimpegnati e si ha sempre a che fare con la politica. Abbiamo voluto trattare il cambiamento climatico nel nostro album, ad esempio, e questo è un modo per tenere alta l’attenzione".

Com’è andata la prima? Che riscontro offre il pubblico?

"E’ incredibile. Le persone in qualche modo si alzano e iniziano sempre a ballare. E’ una grande festa sia per noi musicisti, che nutriamo grande intesa, sia per chi assiste".

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