Incursione all’hub di Sda. È la terza in una settimana

I carabinieri sono intervenuti ancora all’Interporto dopo l’allarme degli addetti. I vigilanti chiedono sicurezza alla società: "Una sola guardia giurata non basta".

Incursione all’hub di Sda. È la terza in una settimana

Incursione all’hub di Sda. È la terza in una settimana

Per la terza volta in una settimana, i carabinieri sono dovuti intervenire all’hub della Sda all’Interporto di San Giorgio di Piano. Ancora una volta, dopo la rapina con il sequestro di una guardia giurata, messa a segno da ignoti nella notte tra domenica e lunedì della settimana scorsa, di nuovo la notte scorsa alcune è scattato l’allarme, per la sospetta presenza di persone che si sarebbero introdotte furtivamente nell’area del magazzino, utilizzando sempre gli stessi buchi nella recinzione da cui erano passati i rapinatori, e che poi avrebbero tentato di forzare la porta di accesso del magazzino.

Due operatori della vigilanza hanno quindi ispezionato il perimetro, torce e pistole alla mano, allertando, ancora, i carabinieri. Il cui sopralluogo ha dato esito negativo.

Che si tratti sempre di aspiranti ladri o se invece possa essersi trattato di operai della logistica che utilizzano una scorciatoia per arrivare prima a lavoro, non è dato saperlo.

Ma resta alto l’allarme per i sindacati delle guardie giurate in servizio nell’hub, pronti anche a manifestare sotto la Prefettura pur di trovare una soluzione al problema di sicurezza. "Una sola guardia giurata – spiegano i vilianti – qui deve sorvegliare un deposito dove sono stoccate per merci per milioni di euro. Una situazione inaccettabile, anché perché qui manca tutto: dall’allarme alle telecamere, dai vetri blindati al segnale radio in alcune aree della struttura". Dopo la rapina di una settimana fa, anche i vertici dell’Interporto erano intervenuti, con il presidente Marco Spinedi e il direttore Giuseppe Dall’Asta che avevano espresso solidarietà alla vittima, Raffaele Catania, assicurando inoltre di fare, per quanto di competenza, "tutto il possibile per evitare il ripetersi di episodi similari. Siamo in costante contatto con le aziende insediate e, pur non entrando nelle loro attività, siamo comunque impegnati a studiare le soluzioni più efficaci per la salvaguardia delle persone e dei carichi".