REDAZIONE BOLOGNA

Infermieri e medici picchiati. Lo scorso anno sono stati 105

I dati relativi alla violenza sugli operatori sanitari dell’Ausl evidenzia un fenomeno in aumento. Particolarmente prese di mira le donne, gli autori dei gesti sono soprattutto i pazienti.

Hanno dovuto ricorrere a medicazioni, cure e accertamenti diagnostici

Hanno dovuto ricorrere a medicazioni, cure e accertamenti diagnostici

Aggressioni fisiche, minacce, insulti al personale sanitario: sono 474 le segnalazioni pervenute all’Azienda Usl lo scorso anno, 432 sono state di tipo verbale, 105 di tipo fisico e 55 contro la proprietà (danneggiamento di oggetti, arredi, attrezzature). Un dato in crescita visto che nel 2023 erano state registrate 351 segnalazioni, di cui 321 verbali, 75 fisiche e 29 contro la proprietà.

Il 74 per cento delle segnalazioni, fa sapere l’Ausl, ha coinvolto operatori di genere femminile e il 23,5 per cento di genere maschile. Nel rimanente 2,6 per cento non è possibile risalire al genere perché la segnalazione riguarda più operatori o perché non è nota l’identità del segnalante. Per quanto riguarda l’esito delle aggressioni, in oltre 92 casi su cento (437 segnalazioni), l’aggressore è stato fermato in tempo, non ha causato lesioni oppure lesioni lievi che non hanno richiesto trattamenti. Nel 7 per cento (33) l’operatore aggredito ha dovuto sottoporsi a visita medica, osservazioni, monitoraggi, approfondimenti clinico strumentali, trattamenti semplici o complessi, mentre lo 0,4 per cento (2 casi) ricade nella categoria che comprende l’uso di corpi contundenti o armi, il pericolo di vita, violenza per motivi razziali o sessuali, traumi e ferite gravi, ricovero ospedaliero, infortuni o esiti permanenti nonché il decesso.

Nel mirino degli aggressori ci sono in modo particolare gli infermieri: 62 casi su cento, seguiti dai medici con venti aggrediti su cento, mentre gli operatori socio sanitari sono stati oggetto di violenza nel 6,5 cento. La violenza non risparmia nemmeno dipendenti non sanitari (circa il tre per cento) e altre figure dell’ambito sanitario, colpiti in una percentuale dell’8,5. Per quanto riguarda gli aggressori nella netta maggioranza (66 per cento, pari a 314 segnalazioni) si tratta dello stesso paziente, nel 31 per cento di un familiare, caregiver o conoscente, e nel 3 per cento di un estraneo (visitatore non assistito).

Il 70 per cento degli episodi di violenza si è verificato all’interno delle strutture ospedaliere, corrispondente a 335 casi, mentre nel 24 per cento dei casi, pari a 112 segnalazioni, gli episodi sono avvenuti in poliambulatori, ambulatori territoriali, Case della Comunità e strutture residenziali. Infine, 27 segnalazioni (6 per cento) hanno riguardato gli istituti penitenziari dove lavorano le équipe sanitarie.

m.ras.