"Io, minacciata perché ho parlato. Ora ho paura"

La testimone che ha portato all’apertura della nuova indagine sui festini. "Presa di mira pesantemente da un indagato dentro un locale"

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di Nicola Bianchi

Minacciata per aver parlato. Per aver aperto il vaso di Pandora sui festini a base di sesso e droga, aver fatto nomi dei partecipanti, aver sputato fuori il marcio di quelle nottate tra locali ’in’ di Bologna e ville private di facoltosi professionisti della città. "E ora – racconta lei, una quarantenne – vivo nel terrore". Per avere "collaborato con la giustizia", aggiunge il suo legale, Barbara Iannuccelli. Come per l’indagine madre su Villa Inferno, quando a scoperchiare il pentolone fu una minorenne oggi parte lesa nel processo (15 imputati), a dare vita a questo nuovo filone investigativo – che ipotizza i reati di spaccio e favoreggiamento della prostituzione, con già indagati iscritti – è ancora una ragazza (maggiorenne). Ascoltata la prima volta alla fine dello scorso anno – l’atto è depositato nel fascicolo originario di Villa Inferno, da quello poi lo stralcio – quando si presentò spontaneamente in caserma per riferire una serie di circostanze. Perché dopo gli arresti di Villa Inferno (settembre 2020) nell’ambiente della movida c’era molta preoccupazione e nessuno voleva approfondire l’argomento per paura che qualcuno spifferasse. Così da quel verbale con nomi, locali, circostanze e molto altro – tutti fatti che sarebbero stati confermati poi da altre ragazze – sono partiti i carabinieri del Nucleo Investigativo delegati dal pm Stefano Dambruoso, chiamati a reperire su ogni personaggio citato generalità, precedenti penali e di polizia, lavoro, fonti di reddito, relazioni.

"MINACCIATA"

E’ la fine del mese scorso, la testimone si trova in un locale della città a cena con un amico. Una serata come tante altre rovinata però di lì a poco. All’improvviso, spiegherà la stessa nella denuncia ai carabinieri della stazione Bologna per minaccia e violenza privata, entra una delle persone (un imprenditore della città, indagato) che compaiono nel verbale di novembre 2020. Tiene in mano alcuni fogli (probabilmente, dirà lei, la copia di quello stesso atto), si avvicina a un tavolo dove è presente un secondo uomo tirato in ballo dalla quarantenne (un impresario della moda) e glieli mostra. Poi, sempre stando alla denuncia, inizia a insultarla pesantemente: "Infame... Adesso entra D. e ti spaccherà una bottiglia in testa", accusandola di avere raccontato ai carabinieri della droga e del giro di prostituzione.

"ORA RISPOSTE"

Dei festini che l’imprenditore avrebbe organizzato in passato a base di coca ed escort. Non solo. "Mi hai accusato – avrebbe continuato lui – pure di essere implicato nella morte di F. (un assuntore deceduto per malore, ndr). Inutile che menti, tu hai nominato 30 persone". La donna resta in silenzio prima di essere accompagnata fuori dal locale e andare in caserma. "Ci aspettiamo risposte – chiude l’avvocato Iannuccelli – relativamente al fatto che quello che era un indagato aveva già il verbale delle dichiarazioni della mia assistita. Ci chiediamo come facesse ad averle".

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