
Il carcere della Dozza a Bologna: c’è l’ipotesi di trasferirvi 60-70 detenuti dagli istituti minorili
Ipotesi trasferimento di 70 detenuti, già maggiorenni, dagli istituti minorili alla Dozza, già in grande sofferenza per i gravi problemi di sovraffollamento più volte segnalati: qui alloggiano infatti 850 detenuti a fronte dei 490 posti disponibili. Dopo il grido dei sindacati, ora insorgono anche i garanti dei detenuti, che hanno scritto una nota congiunta indirizzata ai vertici del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità: se l’ipotesi sarà confermata, chiedono subito un confronto per conoscere la questione nel dettaglio.
"Un pezzo di carcere minorile alla Dozza. Enormi perplessità e grave preoccupazione", scrivono Roberto Cavalieri, garante regionale, e Antonio Ianniello, garante comunale. Questa "inedita soluzione organizzativa dipartimentale per fronteggiare a livello nazionale l’attuale sovraffollamento negli istituti penali per i minorenni consisterebbe nel concentrare 60-70 ragazzi giovani adulti in una sezione detentiva della Casa Circondariale di Bologna, comunque tenuti separati" dagli adulti "con personale applicato della giustizia minorile", contesto che verrebbe considerato "come se fosse un’appendice dell’Istituto penale per i minorenni di Bologna. Tale opzione organizzativa sarebbe a tempo, alcuni mesi, sino alla concreta disponibilità di altri posti, anche attraverso l’apertura di nuovi istituti dedicati ai minori". Per i garanti, "si prefigura un’alta concentrazione di vicende personali e detentive più problematiche di altre, anche incardinata nella prospettiva concreta di una precaria e incongrua offerta di interventi educativi" e si temono "forme di pericolosa e negativa influenza" da parte degli adulti "in danno dei ragazzi, benché tenuti separati. I presupposti di amplificate difficoltà sembrano già concreti. Se tale soluzione organizzativa sarà davvero messa a terra, la pezza sembra già essere peggio del buco".
"Una scelta preoccupante sia nel merito che nel metodo - le parole di Antonella Di Pietro, consigliera Pd –. Il carcere della Dozza subisce già gli effetti drammatici di un sovraffollamento che produce malessere nei detenuti e negli operatori". Un scelta che "andrebbe prima condivisa con le diverse autorità e i soggetti territoriali. Spostare 70 casi con un quadro problematico e complesso in una nuova sezione rischia di provocare un effetto esplosivo, aggravando le tensioni già presenti". L’auspicio: "Dal Ministero vengano dati al più presto tutti i chiarimenti del caso, anche con un’interrogazione parlamentare". Questi problemi andrebbero affrontati "con un lavoro di rete tra le diverse città sedi di carcere, coinvolgendo tutti gli attori in campo, come del resto abbiamo sollecitato alla manifestazione ’Il dramma delle carceri’ promossa dal Comune con l’ordine degli avvocati e le diverse realtà del privato sociale e sindacale".
Si parla di "un progetto temporaneo in attesa che vengano realizzati altri istituti minorili, ma senza alcuna certezza su tempi, risorse e progetti educativi". Così, "il rischio di un parcheggio prolungato e disumano è altissimo, in un contesto generale in cui i problemi delle carceri si sono notevolmente aggravati e stanno producendo un alto numero di suicidi".