Ius soli, dibattito aperto Ara: "Nessuna protesta per gli incontri di Lepore"

L’assessore alla Scuola: "Niente lamentele da dirigenti scolastici o genitori. Legittimo discutere sui migranti, ma chi c’è già deve essere integrato".

Ius soli, dibattito aperto  Ara: "Nessuna protesta  per gli incontri di Lepore"

Ius soli, dibattito aperto Ara: "Nessuna protesta per gli incontri di Lepore"

di Paolo Rosato

Daniele Ara, assessore alla Scuola, cosa ne pensa della polemica che ha scatenato il ciclo di incontri del sindaco Lepore nelle scuole, per spiegare ai ragazzi lo Ius Soli?

"Non abbiamo avuto un solo dirigente scolastico, un genitore, nessuno che si sia lamentato di quest’incontri. La comunità scolastica è molto più avanti della politica, non ci sono conflitti: dopo i primi, naturali ostacoli l’integrazione nelle scuole diventa una grande occasione. Dalle polemiche sullo Ius Soli sembra sempre che possa essere un escamotage per attirare immigrazione irregolare. Ma ovviamente è tutt’altro".

E cos’è per Bologna?

"Un’opportunità per una bella integrazione, oltre che per ringiovanire e dare un nuovo slancio alla città. E’ legittimo che ci sia un dibattito su che tipo di migrazione avere in Italia, ma le persone che già ci sono vanno pienamente integrate".

Manca ancora una legge nazionale però, è quella la critica che arriva da destra.

"Se dico a un ragazzo che è bolognese, anche se non è ancora italiano, gli lancio un messaggio in cui gli chiedo anche dei doveri, delle responsabilità. Quella consapevolezza è importante".

Veniamo ai numeri, quanti sono gli stranieri nelle scuole?

"A Bologna il 16% dei residenti è straniero, ma nelle scuole la percentuale è ben più alta, alla primaria (6-10 anni) abbiamo un 30% circa di alunni non italiani residenti. Stessi numeri alla materna. Una concentrazione maggiore di stranieri è nelle zone note: Bolognina, Pilastro, Barca".

Questi numeri sono in calo o in aumento?

"Il fenomeno è in lieve calo, perché abbiamo avuto un boom di nascite 10 anni fa. Ora c’è un’ondata meno prolifica per la natalità, a Bologna nascono meno di 3.000 bimbi all’anno e sono abbastanza pochi, anni fa i numeri erano maggiori perché c’erano maggiori arrivi di stranieri. Le nazionalità più diffuse sono rumena, filippina, bengalese, pakistana, marocchina e cinese".

Diritti e doveri, quali sono i progetti di integrazione?

"Da tanto tempo sviluppiamo dei progetti di supporto alla lingua italiana, ogni anno seguiamo tanti bambini non italofoni, quasi sempre non italiani, in pratica abbiamo circa 540 bimbi in media che fruiscono dei servizi di supporto linguistico con operatori del centro ’RiESco‘".

E con i mediatori?

"I progetti con i mediatori culturali si fanno perlopiù all’interno delle scuole, sono interventi di supporto al personale educativo, nelle situazioni dove sono presenti bambini o ragazzini che non parlano italiano. Molti di questi progetti si sviluppano d’estate. E poi ci sono gli importanti corsi serali di alfabettizzazione per le famiglie, oltre al delicato lavoro con i minori non accompagnati. Insomma, tutti progetti propedeutici e complementari all’impegno del sindaco e della giunta sullo Ius Soli".

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