Bologna, 10 settembre 2024 - Joey Saputo è ufficialmente un bolognese a tutti gli effetti. Nel pomeriggio, a Palazzo d'Accursio, il numero uno rossoblù ha ricevuto la cittadinanza onoraria, accompagnato dalla moglie Carmie e dai figli Luca e Jesse, e seguito da una nutrita rappresentanza del Bfc, tra staff e squadra.
Firma nel libro d’onore e poi il riconoscimento più prestigioso della città, per il presidente che dopo 60 anni ha riportato città e squadra nel magico mondo della Champions League. La cerimonia è stata introdotta dalla presidente del consiglio comunale Maria Caterina Manca, che così ha motivato il sì al conferimento dell’onorificenza al presidente del Bfc (approvato in estate all’unanimità con 31 voti su 31). "La sua determinazione ha fatto sì che la società fosse sempre proiettata verso il futuro, alla continua ricerca di quell’equilibrio che portasse alle ambite posizioni di classifica fortemente volute dal presidente: squadra e club che oggi sono esempio dell'inclusività".
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Poi, parola al sindaco, Matteo Lepore. “Joey diventa a pieno titolo un cittadino bolognese: siamo contenti di allargare le nostre braccia e di dare a lui il benvenuto nella nostra famiglia – così Lepore ha spalancato le porte della città a Saputo, illustrando le motivazioni che lo hanno spinto a conferire la cittadinanza al presidentissimo rossoblù –. È una persona importante e come tutte le persone importanti rappresenta un esempio per gli altri cittadini, così come lo è il Bologna: mai come oggi abbiamo bisogno di esempi per la nostra città e per i più giovani. La maglia rossoblù è ed è sempre stata il grande legame che tiene assieme le famiglie, il calcio, oggi, nella nostra città rappresenta dei valori, lo abbiamo visto in piazza durante la meravigliosa festa di maggio: siamo rimasti sorpresi come il popolo bolognese abbia voluto condividere la gioia di aver raggiunto la Champions League. Quella serata, più ancora di tutta la stagione, rimarrà impressa in tutti noi. E’ un grande imprenditore, di grande professionalità e competenza, che ha investito sul Bologna, lavorando con serietà e metodo, ma è anche un profeta: 10 anni fa aveva promesso di portarci Europa, e ha mantenuto la promessa”.
"Sono orgoglioso ed emozionato – dice emozionato il numero uno rossoblù –. Ho ripensato in questi giorni alla prima volta qui in città, non nel 2014 quando presi il club, ma nel febbraio 2012, per portare Di Vaio al Montreal. Arrivai a Bologna e nevicava, allora pensai che non era poi così diversa dal Canada: mi sono sentito a casa. Sono proprietario del club da 10 anni e il bilancio è molto positivo. Sono stati anni bellissimi, indimenticabili, ma anche con momenti difficili, quando i risultati sportivi non erano altezza delle aspettative. La Champions è stato il coronamento di impegno e lavoro. Vi ringrazio – conclude il chairman – per avermi accolto in una città dove, come cantava Lucio Dalla, non si perde neanche un bambino".