Bologna, il killer di Budrio sfratta anche i cacciatori

Il monito delle forze di polizia impegnate da settimane alla ricerca del serbo accusato di tre omicidi: "Alla larga da botti e capanni. Sono pericolosi"

Continuano senza sosta le ricerche di Igor (foto Businesspress)

Continuano senza sosta le ricerche di Igor (foto Businesspress)

Bologna, 6 maggio 2017 – Non solo giacigli e casolari, ma anche le ‘botti’ e i capanni per la caccia. I trucchi per nascondersi non conoscono limiti per Norbert Feher, alias Igor il ‘russo’, l’uomo accusato di tre omicidi e ormai in fuga da più di un mese. Il criminale serbo di 36 anni, secondo i carabinieri, avrebbe usato in più occasioni le postazioni dei cacciatori a Marmorta, nella zona vicino alla tenuta Principe tra Molinella e Sant’Antonio di Medicina, e anche nella frazione Selva Malvezzi. Sono circa 40, fra ‘botti’ e capanni, i rifugi usati dai cacciatori per non essere visti dalla selvaggina.

E proprio quelle postazioni sarebbero state utilizzate dal killer per eludere gli infrarossi degli elicotteri, ripararsi dal freddo dopo le nuotate notturne ed evitare il fiuto dei cani molecolari. Che le indagini si siano concentrate su ‘botti’ e capanni viene confermato dalla comunicazione ricevuta dal referente per l’ambito territoriale di caccia Gabriele Griggio.

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«Mi è stato detto di non andare nella zona di caccia anche solo per fare dei sopralluoghi – spiega –. Non dobbiamo intralciare le indagini. In questo momento la caccia sarebbe comunque interrotta. In ogni caso, i carabinieri non vogliono che nessuno di noi cacciatori si rechi nelle valli. Ci sono in totale una quarantina fra botti di un metro per un metro e mezzo e capanni di due metri per un metro. Sono luoghi ideali per nascondersi: le usiamo anche noi per non farci vedere dalla selvaggina».

Si tratta di postazioni strategiche da dove si ha la visuale migliore: «Non so se i carabinieri abbiano trovato delle tracce – aggiunge Griggio –. Di sicuro, nessuno di noi si avventura più in quei posti. Ci teniamo alla nostra sicurezza. Come referente ho invitato tutti a non recarsi in quei luoghi e a stare attenti. Se ho visto Igor? Nessuno di noi lo ha mai intravisto: ormai è diventato un fantasma».

Nel frattempo, la caccia dei reparti speciali continua senza sosta e si concentra in particolare nella zona in cui è avvenuto l’avvistamento ritenuto più interessante dagli inquirenti, cioè quello del pakistano che ha raccontato di esseren stato avvicinato da Igor a Consandolo, al confine fra Bologna e Ferrara. Lo straniero ha spiegato di essere stato aggredito da un uomo armato di bastone, con la barba lunga e il volto smagrito, in pessime condizioni, che voleva rubargli la bici. Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio Igor il misterioso aggressore. Perciò i carabinieri stanno intensificando le ricerche a Consandolo e nelle zone limitrofe, battendo le campagne e ispezionando i casolari. Finora senza esito, purtroppo. Il serbo continua infatti a tenere sotto scacco l’imponente dispositivo messo in piedi per scovarlo. Sono ormai passate cinque settimane dal primo omicidio, quello di Budrio, e, contrariamente alle speranze e alle attese di tutti, il killer, armato e pericoloso, è ancora libero.

 

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