Bologna, killer di Budrio, il pm. "Igor sta sfidando i carabinieri"

Il serbo 36enne è in fuga ormai da 42 giorni

Norbert Feher, il killer di Budrio e Portomaggiore

Norbert Feher, il killer di Budrio e Portomaggiore

Bologna, 13 maggio 2017 - La fuga vista come una sfida alle forze dell’ordine. È così che Norbert Feher, il killer serbo di 36 anni, indagato a Bologna per l’omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri, starebbe vivendo la caccia che i carabinieri gli stanno dando da più di un mese. A scriverlo è il pm Marco Forte nella richiesta di custodia in carcere accolta dal gip Letizio Magliaro. «Nemmeno la rocambolesca ‘caccia all’uomo’ – scrive il pm – che ha comportato il dispiegarsi di un migliaio di unità di militari, tra cui i reparti speciali dei carabinieri, dei cacciatori di Calabria, del Tuscania e dei Gis lo ha determinato a desistere, tanto da poter escludere la mera occasionalità della condotta e anzi dimostrando l’individuo un'assoluta spregiudicatezza, quasi a voler ingaggiare una vera e propria sfida con le forze dell'ordine e una lucida e criminale determinazione».

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Criminale determinazione che per il pm «negli ultimi giorni» sarebbe stata «alimentata anche dai mezzi di informazione nel ‘romanzare’, quando non ‘inventare’ le notizie, che ne hanno trasformato la figura da mero violento criminale in soggetto dotato di capacità sovrumane». Feher, difeso dall’avvocato Cesare Pacitti, è accusato per l’omicidio di Fabbri e la tentata rapina nel bar la sera del primo aprile, la detenzione illegale del fucile e della pistola, la ricettazione delle armi e il furto del Fiorino su cui era fuggito. Il tutto aggravato dall’essersi sottratto alla cattura per rapine commesse nel 2016 nel Ferrarese.

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Il gip, poi, ritiene ci sia il rischio del pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Feher, dopo Budrio, infatti, l’8 aprile a Portomaggiore, ha ucciso la guardia ecologica Valerio Verri. Proprio su questo omicidio undici deputati del gruppo Mdp (Movimento democratico progressista) hanno presentato un’interrogazione ai ministri di Interno e Difesa per chiedere conto del perché quella zona non fosse stata interdetta.

L’omicidio della guardia ecologica, per il gip, che ha recepito quanto sottolineato dal pm, è indice «di professionalità e tendenza a delinquere» e di «assoluto disinteresse per la vita altrui». Si sottolinea anche la «mancanza di volontà per l’indagato di reinserirsi in un percorso sociale».

Il primo frammento di impronta digitale che ha permesso di individuare Feher, presente nella banca dati delle forze dell’ordine, come il killer di Budrio, inoltre, è stato rilevato sulla prima di copertina di un dizionario italiano-spagnolo, ritrovato sul Fiorino.

I nascondigli di Igor

A inchiodare il killer, poi, c’è anche il dna, riferibile anche a una persona autrice di un furto avvenuto nel Ferrarese a gennaio 2016 e rimasto a carico di ignoti. A questo si sono sommati alcuni riconoscimenti di testimoni e dei carabinieri che hanno seguito il killer dopo l’omicidio Verri, «senza ombra di dubbio riconoscendo la corrispondenza del profilo e dei tratti con quelli dell’indagato che i militari già conoscevano per le foto-segnalazioni dei cartellini identificativi», ricapitola il gip nell’ordinanza.

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