Caccia al killer di Budrio, nel 2015 le foto al poligono di tiro

Pubblicate sul suo profilo Facebook. Ma 5 anni prima sgozzava gatti nel casolare

Continua la caccia al killer di Budrio (fotoSchicchi)

Continua la caccia al killer di Budrio (fotoSchicchi)

Molinella (Bologna), 14 aprile 2017 - Cappellino da pescatore calzato, jacket blu addosso, immancabili auricolari, Igor/Norbert stava ‘alla grande’. Era il 27 agosto 2015 e l’assassino di Budrio e Portomaggiore pubblicava sul suo profilo Facebook (quello di Ezechiele, per intenderci) una foto scattata, con tutta probabilità, in un poligono di tiro.

Il gilet che nella foto il quarantunenne serbo indossa, infatti, è del tipo che si utilizza nei poligoni, dove ci si esercita a sparare. Una competenza che il ricercato numero uno della Bassa ha tragicamente dimostrato di avere, assieme a doti di resistenza e capacità di adattamento in condizioni al limite. Le tracce del killer della Bassa, ufficialmente, si perdono sabato, dopo l’omicidio del sessantatreenne Valerio Verri, a Portomaggiore. 

Per i carabinieri, che da cinque giorni lo cercano con l’ausilio di 450 uomini delle forze speciali, il punto vero da cui partire è uno solo: il Fiorino usato dall’assassino per scappare, abbandonato in via Spina a Marmorta di Molinella, in una piccola radura a una manciata di metri da un boschetto. Dentro viene trovato un vero e proprio kit di sopravvivenza, tra viveri (compresi biscotti e Nutella) e medicinali. Igor/Norbert si preparava così a resistere alla macchia. Ma una pattuglia dei carabinieri si è messa di traverso, costringendo il fuggitivo a lasciare la spesa nel furgoncino e fuggire.

Un intoppo, ma non determinante, per un uomo che in passato, sempre braccato, non aveva disdegnato neppure di nutrirsi di gatti. Racconta infatti Raffaele Rondina che oggi vive nella casa dove fu arrestato, nel 2010, Norbert Feher, tra Portomaggiore e Argenta: «Quando siamo venuti a vivere in questa casa abbiamo fatto delle scoperte raccapriccianti – racconta –: qualcuno aveva bivaccato, non tanto nella casa, quanto in un locale di servizio, il cosiddetto basso comodo. Abbiamo trovato un letto improvvisato, diversi resti di alimenti ed altre produzioni umane. Ma mia moglie ha fatto la scoperta più macabra: sul fornello del locale di servizio c’era una scatola con dentro il corpo decapitato di un gatto, la cui testa era in un cestino. Molto probabilmente, nella sua condizione di fuggiasco Igor si nutriva con ciò che trovava ed il povero gatto era di sicuro un piatto ricco». 

 

 

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