L’annuncio di Bonaccini scuote i social "Ho un inizio di polmonite, ma non mi fermo"

Il governatore, che si è scoperto positivo due settimane fa, non è ricoverato: "I medici ritengono che possa essere curato bene a casa"

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di Andrea Zanchi

"Polmonite bilaterale allo stadio iniziale". È tarda mattinata quando un brivido corre lungo la schiena dell’intera Emilia-Romagna e delle sue istituzioni. Verso le 11,30 infatti il presidente regionale Stefano Bonaccini decide di affidare ai social l’aggiornamento delle sue condizioni di salute, dopo che, lo scorso 1° novembre, lui stesso aveva annunciato di essere stato trovato positivo al Covid. Asintomatico, allora. Mentre oggi la situazione si è evoluta, ma non in meglio. Con grande sorpresa dello stesso governatore, che, nonostante la "tosse persistente" che lo ha accompagnato negli ultimi giorni, si è sempre sentito in forma e ‘sul pezzo’. A dimostrarlo il lavoro costante svolto da casa, da quando si è messo in isolamento dopo la scoperta della positività, e soprattutto il serrato confronto con il governo e i colleghi delle altre Regioni – Veneto e Friuli Venezia Giulia – che ha portato all’ordinanza più restrittiva licenziata giusto l’altro giorno.

Era sicuro di aver superato la fase peggiore, Bonaccini, e che nonostante la tosse (unico sintomo comparso dal momento dell’infezione) e un po’ di spossatezza, la via per la guarigione fosse meno complicata di quanto la Tac polmonare eseguita l’altro giorno nell’ospedale di Baggiovara, nel Modenese, ha poi rivelato. "Al momento, i medici ritengono che possa essere adeguatamente curato da casa, senza dover essere ricoverato. E questo è almeno un sollievo – ha scritto sui suoi profili social Bonaccini –. Ho massima fiducia nella loro valutazione e mi affido alla loro capacità e alle loro cure. Continuerò dunque a lavorare da casa, rinunciando magari a qualche eccesso di stress che in questi mesi non mi ha certo aiutato. Ma non mi fermo".

Una promessa subito messa in pratica nel pomeriggio, quando con grande sorpresa di viale Aldo Moro, il Comitato tecnico scientifico ha invitato il ministro della Sanità, Roberto Speranza, a inserire in zona arancione anche l’Emilia-Romagna. La decisione ha lasciato di sasso i vertici emiliano-romagnoli, convinti di essersi garantiti la permanenza in zona gialla con l’ordinanza regionale dell’altro giorno e Bonaccini si è subito riunito (virtualmente) con i suoi collaboratori più stretti. La struttura regionale, infatti, è totalmente operativa – sia in sede sia da remoto – e Bonaccini è in costante contatto con tutti gli altri membri della giunta. A partire dall’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, che ieri ha detto di averlo sentito telefonicamente e di averlo trovato in "condizioni buone", augurandosi che "possa tornare presto alla guida di una regione che ha tanto bisogno di lui". Messaggi di vicinanza e affetto sono arrivati anche dal sindaco Merola ("forza Stefano, coraggio e avanti, come sai fare tu") e dal Pd dell’Emilia-Romagna e bolognese, nonché dalla sua ex vice, l’eurodeputata dem Elisabetta Gualmini, e dall’ex commissario all’emergenza Covid e assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi: "Primo: forza Stefano e un grandissimo abbraccio – ha scritto su Facebook –. Secondo: grazie per il tuo impegno e per quanto ci rendi orgogliosi e uniti in questa comunità. Terzo: abbiamo un altro motivo per rispettare le regole, la responsabilità e il rispetto verso di te e i tuoi cari. Grazie per i provvedimenti che hai preso ieri, ora tocca a tutti noi farne tesoro".

Bonaccini è in trincea da febbraio contro il virus, nella duplice veste di presidente di uno dei territori più colpiti e di numero uno della conferenza delle Regioni. Anche per questo, ieri, sui propri social, ha rivolto un appello ancora più accorato ai concittadini, anche da persona che si sta curando dal virus. "Dobbiamo contrastare il Covid e la sua avanzata fino a quando non ci sarà il vaccino per tutti – ha scritto Bonaccini –, nella consapevolezza che serviranno ancora diversi mesi e dunque non ci sono scorciatoie. Vi garantisco che io farò la mia parte fino in fondo, anche da qui, anche così. Dobbiamo impedire al virus di nutrirsi di sottovalutazione e insofferenza" anche perché "i posti letto non sono infiniti".

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