L’appalto era per la gestione dei servizi alla persona, dalla pulizia ai trasporti, dalla logistica alla ristorazione

L’appalto era per la gestione dei servizi alla persona, dalla pulizia ai trasporti

Già prima che il Consiglio di Stato si esprimesse, anche l’Anticorruzione aveva chiesto lumi sull’appalto da 120 milioni per i servizi alla persona bandito, assegnato – e adesso annullato per conflitto d’interesse – al Sant’Orsola. Una richiesta formulata negli scorsi mesi dall’Autorità nazionale anticorruzione, a seguito di un esposto presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, alla ‘cabina di regia’, come l’ha definita l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, incaricata dall’Ausl di monitorare la regolare esecuzione di tutto l’iter d’appalto. Un ente supervisore, insomma, con al suo interno anche un responsabile anticorruzione: la dottoressa Rosanna Campa, subentrata a febbraio scorso nel ruolo di Responsabile unico del provvedimento a Marco Storchi, il direttore della struttura complessa dei servizi di supporto alla persona del Policlinico, sollevato dall’incarico dal Policlinico. In sostanza, l’Anac chiede alla dottoressa Campa una relazione per valutare se ogni passaggio della progettazione del bando per i servizi alla persona (dal trasporto alla ristorazione, dalla pulizia al portierato e alla logistica) e della sua successiva assegnazione sia stato condotto in trasparenza e nel rispetto delle regole. LEGGI ANCHE Sant’Orsola, maxi appalto. Indagati dirigente e cognato Il cardine, cioè, su cui ruota anche l’inchiesta della Procura (il pm è Augusto Borghini), con le indagini affidate alla Guardia di finanza, che vede indagati per abuso d’ufficio e falsità ideologica lo stesso Storchi, che nel 2017 era stato incaricato di redigere quel progetto di gara, e suo cognato Roberto Olivi, presidente del cda della Coopeservice di Reggio Emilia, ossia la società che si è poi aggiudicata l’appalto. A dare il via all’inchiesta, l’esposto presentato da Rekeep, società che fino a febbraio ha gestito il servizio e che nella gara progettata da Storchi è arrivata terza. Una graduatoria adesso annullata dal Consiglio di Stato che, ribaltando le conclusioni del Tar sulla spinosa vicenda, ha accolto il ricorso di Rekeep in merito alla sussistenza di un conflitto di interesse alla base della progettazione e poi assegnazione dell’appalto. Tra i punti più intricati della vicenda, come segnalato anche da Bignami, "la dichiarazione, datata 2017, ma mai protocollata e prodotta in giudizio ad aprile 2019 relativa alla parentela tra Storchi e Oliva e al fatto che il direttore del servizio, prima di prendere incarico al Sant’Orsola, avesse lavorato per anni nella cooperativa vincitrice dell’appalto".

Cronaca

Già prima che il Consiglio di Stato si esprimesse, anche l’Anticorruzione aveva chiesto lumi sull’appalto da 120 milioni per i servizi alla persona bandito, assegnato – e adesso annullato per conflitto d’interesse – al Sant’Orsola. Una richiesta formulata negli scorsi mesi dall’Autorità nazionale anticorruzione, a seguito di un esposto presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, alla ‘cabina di regia’, come l’ha definita l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, incaricata dall’Ausl di monitorare la regolare esecuzione di tutto l’iter d’appalto. Un ente supervisore, insomma, con al suo interno anche un responsabile anticorruzione: la dottoressa Rosanna Campa, subentrata a febbraio scorso nel ruolo di Responsabile unico del provvedimento a Marco Storchi, il direttore della struttura complessa dei servizi di supporto alla persona del Policlinico, sollevato dall’incarico dal Policlinico. In sostanza, l’Anac chiede alla dottoressa Campa una relazione per valutare se ogni passaggio della progettazione del bando per i servizi alla persona (dal trasporto alla ristorazione, dalla pulizia al portierato e alla logistica) e della sua successiva assegnazione sia stato condotto in trasparenza e nel rispetto delle regole. 
LEGGI ANCHE&nbsp;<a data-img="/polopoly_fs/1.5434699!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="L’appalto era per la gestione dei ‘servizi integrati di supporto alla persona’" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.5434699!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.5434700" data-shortcode="true" data-type="article" href="https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/sant-orsola-appalto-1.5434700" title="Sant’Orsola Bologna, maxi appalto. Indagati dirigente e cognato">Sant’Orsola, maxi appalto. Indagati dirigente e cognato</a> 
Il cardine, cioè, su cui ruota anche l’inchiesta della Procura (il pm è Augusto Borghini), con le indagini affidate alla Guardia di finanza, che vede indagati per abuso d’ufficio e falsità ideologica lo stesso Storchi, che nel 2017 era stato incaricato di redigere quel progetto di gara, e suo cognato Roberto Olivi, presidente del cda della Coopeservice di Reggio Emilia, ossia la società che si è poi aggiudicata l’appalto. A dare il via all’inchiesta, l’esposto presentato da Rekeep, società che fino a febbraio ha gestito il servizio e che nella gara progettata da Storchi è arrivata terza. 
Una graduatoria adesso annullata dal Consiglio di Stato che, ribaltando le conclusioni del Tar sulla spinosa vicenda, ha accolto il ricorso di Rekeep in merito alla sussistenza di un conflitto di interesse alla base della progettazione e poi assegnazione dell’appalto. Tra i punti più intricati della vicenda, come segnalato anche da Bignami, "la dichiarazione, datata 2017, ma mai protocollata e prodotta in giudizio ad aprile 2019 relativa alla parentela tra Storchi e Oliva e al fatto che il direttore del servizio, prima di prendere incarico al Sant’Orsola, avesse lavorato per anni nella cooperativa vincitrice dell’appalto". 
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L’appalto del Sant’Orsola nel mirino dell’Anac

L’anticorruzione ha chiesto una relazione dettagliata su tutto l’iter che ha portato all’assegnazione - poi annullata - dei servizi alla persona.

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