L’ultima sirena della Guerra sta per risuonare

Ritrovata sul tetto di un edificio nell’area Staveco, segnalava i bombardamenti su Bologna. "Restaurata, si può visitare nel rifugio Putti"

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Quel suono freddo, agghiacciante e continuo metteva i brividi. Indicava che bisognava correre al sicuro, scappare velocemente, perché la morte stava piombando dal cielo. Dalle bombe sputate fuori dalla pancia degli aerei. Erano gli anni della Seconda grande guerra e oggi, quel piccolo, enorme, pezzo di storia, è pronto nuovamente a mostrarsi all’intera città. Eccola l’ultima sirena antiaerea risalente alla Seconda guerra mondiale rimasta a Bologna, ritrovata sopra il tetto di un edificio nell’area Staveco e recuperata grazie al lavoro dell’associazione Bologna Sotterranea, Demanio e Beni culturali.

Ancora intatta. L’ultima di 120 sirene installate all’ombra delle Due Torri tra il 1938 e il 1943, unica intatta, è rimasta lassù, su quel tetto, senza che nessuno la toccasse, resistendo alle intemperie e soprattutto agli anni. La ventola gira ancora, l’aria compressa la faceva muovere e le permetteva di produrre quel suono spaventoso.

Costruito dalla Ercole Marrelli di Milano, presumibilmente attorno al 1930, del manufatto non si conosce ancora granché. Molto corrose risultano le targhette tecniche e dagli archivi storici, come spiegano dall’associazione Bologna sotterranea, nessuna notizia è stata ancora rintracciata. Terminata la guerra, ha continuato a funzionare segnalando i vari turni di lavoro della Staveco, tra Porta Castiglione e Porta San Mamolo. "E’ stata restaurata nelle parti in ghisa – così ancora l’associazione – mentre si attende un’apparecchiatura speciale per farla suonare nuovamente".

Dentro al rifugio. E dopo il recupero e il restauro, ora è pronta per farsi ammirare. Come? Semplice. Innanzitutto si trova all’interno delle gallerie del rifugio antiaereo “Vittorio Putti”, nell’area del seminario arcivescovile, interamente rimesso a nuovo dall’associazione, che non ha finalità di lucro, dopo cinque anni di lavoro. Un piccolo museo di quei drammatici anni. "Uno dei progetti che l’Associazione ha in animo – dice il presidente Antonio de Capoa – è quella di organizzare visite anche su base regionale e oltre, per fare conoscere mirabili opere di ingegneria sotterranea, quali rifugi della guerra, bunker, cisterne di origine romana (gemelle della famosa cisterna di Istanbul, notissima perché scenario di innumerevoli film, ndr), siti, luoghi esoterici e di culto nell’antichità".

Tavolo operatorio. Le visite al rifugio di Villa Putti sono già riprese ed è sufficiente mandare una mail agli Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna (segreteria@amicidelleacque.org) per prenotarsi. "Il luogo – rassicura De Capoa – è assolutamente sicuro, sono sufficienti scarpe comode e servirà indossare la mascherina. Ogni visita, infatti, sarà condotta nel più scrupoloso rispetto dei protocolli anti-Covid". Un’ultima curiosità: la sirena è stata posizionata su un vecchio tavolo operatorio, completamente in legno, donato dall’ospedale Rizzoli.

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