La ’banda delle marmitte’. Nei guai pure sei ragazzini

Cinque arresti della Mobile. "Rubavano catalitiche per estrarre i materiali preziosi"

La ’banda delle marmitte’. Nei guai pure sei ragazzini
La ’banda delle marmitte’. Nei guai pure sei ragazzini

Bastavano 45 secondi per raggiungere l’auto prescelta – per lo più vecchi modelli di Volkswagen, Renault, Citroen e Fiat Fiorino –, sollevarla con un cric e tagliarne la marmitta catalitica. E da quel piccolo componente meccanico, riuscivano a estrarre fino a 30 grammi di metalli preziosi: platino, palladio e rodio. Ogni furto poteva portare un bottino tra 100 e 1.500 euro.

La presunta banda è però stata sgominata dall’operazione ’No filter’ della Squadra mobile diretta da Roberto Pititto (foto), con il coordinamento del pm Flavio Lazzarini. Nel giro di sei mesi, tra la fine del 2021 e il 2022, gli inquirenti hanno intercettato oltre trenta furti di marmitte tra consumati (la maggior parte) e tentati, grazie anche a quanto registrato dalle telecamere di sorveglianza vicine ai parcheggi delle auto depredate, intercettazioni, analisi di celle telefoniche e pedinamenti. I colpi sono avvenuti tra città e hinterland, talvolta sconfinando in province vicine. In alcuni blitz la polizia ha sorpreso un paio di indagati in flagrante e ha sequestrato strumenti da effrazione.

Ieri mattina sono stati arrestati cinque uomini, italiani nomadi tra i 20 e i 35 anni; un sesto presunto complice, italiano di 26 anni, ha avuto il divieto di dimora in città. Le misure sono state disposte dal gip Domenico Truppa. Altri sei adolescenti, alcuni dei quali fratelli di tre arrestati, sono indagati dalla Procura dei minori.

I fatti contestati. L’inchiesta nasce dagli approfondimenti sull’attività di un commerciante d’auto, il trentacinquenne di origine romena C. S., già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. L’accusa sostiene infatti che C. garantisse ai correi i mezzi con cui recarsi a compiere i furti, intestandoli a sé (ne aveva oltre 25, in un periodo) o a prestanome, ora a loro volta indagati in un altro procedimento. Ottenuta l’auto da C., partiva un "commando" composto solitamente da tre persone.

Tra questi, i tre fratelli S., ora difesi dal penalista Bruno Salernitano. Una volta scelta la marmitta da prelevare, secondo le ricostruzioni della polizia, un membro del gruppo restava in auto pronto alla fuga, un altro faceva ’il palo’ e il terzo con destrezza tagliava e s’intascava il bottino. In un caso, un passante ha tentato di impedire il furto, ma è stato picchiato, perciò è contestata pure una rapina. Per il resto, il trentacinquenne è accusato di falso ideologico in atto pubblico, gli altri di furto.

"Un consiglio ai proprietari di auto: l’allarme antisollevamento della vettura in questi casi fa la differenza", specifica il capo della Mobile, Pititto.

Federica Orlandi