Prima o poi su Palazzo Bentivoglio qualcuno farà un film, perché le storie umane che ha ospitato anche solo dalla fine del 1800, sono avvincenti. Anche quella – a proposito di cinema- di Giuliano Montaldo, che nel 1964 girò proprio in un appartamento del palazzo tra via Belle Arti, via Borgo San Pietro e via delle Moline, una breve scena del film Una bella grinta. Negli anni sono nate belle avventure dentro l’edificio manierista, come Palazzo Bentivoglio nei sotterranei, ambiente dedicato a mostre ed eventi temporanei e di proprietà di Gaia e Alberto Vacchi, che da oggi ospitano una nuova storia in un nuovo spazio, aperto per la prima volta alla città il 12 ottobre, in occasione della Giornata del Contemporaneo. Si tratta della Biblioteca Eugenio Busmanti, dedicata allo storico dell’arte bolognese nato nel 1949 e mancato nel 2018, di cui Palazzo Bentivoglio ha acquisito il fondo, comprensivo della sua biblioteca di circa 6mila volumi e degli arredi originali, riadattati e allestiti in spazi pensati come luogo in cui accogliere chi voglia approfondire i temi indagati da Busmanti per tutta la vita: su tutti, gli studi dedicati al maturo Settecento, al Neoclassicismo e alla decorazione d’interni.
Si tratta di un’operazione che mostra il desiderio di tutelare e valorizzare la storia culturale cittadina, anche perché la biblioteca – bEB – sarà fruibile dal pubblico ogni martedì dalle 9 alle 13, a partire dal 15 ottobre, per la consultazione del patrimonio librario appena catalogato, dopo un attento lavoro di schedatura in Opac, che permetterà di richiedere i volumi attraverso il sistema bibliotecario bolognese e di prenotare scrivendo a beb@palazzobentivoglio.org.
Eugenio Busmanti, che è stato anche animatore della scena culturale bolognese, grazie alla sua ospitalità eccellente che faceva nascere incontri preziosi tra artisti, intellettuali e critici, ha vissuto in via Marsala 20, in una dimora "dal fascino di casa all’antica che, se non avesse arredato lui stesso, si sarebbe detto ferma nel tempo, di un tempo sognato di (almeno) un secolo fa", ricordava Marco Riccomini in occasione della sua dipartita, parafrasando il testo di Busmanti "che accompagnava le foto di Massimo Listri, in un volume pubblicato da Allemandi" e intitolato proprio Il fascino delle case all’antica.
Il libro è tra quelli consultabili e il fascino è tutto da vivere, perché è stato ricreato meravigliosamente nell’ambiente (ci sono anche due scrivanie con gli oggetti riposti nella stessa maniera, tra cui una piccola foto di Eugenio Riccomini) che vede anche interventi artistici contemporanei tratti dalla collezione privata dei Vacchi, tra cui il ciclo Geografia Temporale. Rondello (2021) di Sophie Ko, che si integra perfettamente con l’architettura barocca del palazzo. Busmanti possedeva anche opere di vari pittori, tra cui due tele del Mastelletta, un Sansone e Dalila e un’Offerta di Abigail a David, donate alla nostra Pinacoteca Nazionale.