La chirurga dei bambini "Così ho lasciato Londra per il Maggiore e il Bellaria"

Federica Ruggiero, 34 anni: "A frutto le competenze in maxillo facciale acquisite all’estero". Sono 142 gli interventi pediatrici eseguiti dalle varie équipe di specialisti da inizio anno. .

La chirurga dei bambini  "Così ho lasciato Londra  per il Maggiore e il Bellaria"

La chirurga dei bambini "Così ho lasciato Londra per il Maggiore e il Bellaria"

di Donatella Barbetta

Ha lasciato Londra per le sale operatorie dell’Azienda Usl e ora sta terminando il dottorato all’Alma Mater sulla realtà aumentata applicata alla chirurgia cranio-facciale pediatrica. Federica Ruggiero (foto), 34 anni, originaria di Salerno, laureata in Medicina e chirurgia all’Università Federico II di Napoli, ora opera i bambini sotto le Due Torri.

Come mai questa scelta?

"Sono rientrata in Italia per terminare il percorso di specializzazione in chirurgia maxillo facciale all’ateneo di Parma, ma con sede al Sant’Orsola. L’esperienza di un anno al Great Ormond Street Hospital for Children di Londra è stata fantastica, perché lì ci si occupa solo di casi pediatrici".

E allora quale è stata la motivazione per il ritorno?

"Durante il Covid ho avuto modo di operare al Maggiore e al Bellaria con l’équipe di Anna Maria Baietti, direttore del Dipartimento delle chirurgie specialistiche dell’Ausl. Mi sento fortunata perché in città ho trovato un team multidisciplinare, di cui fanno parte anche i neurochirughi pediatrici dell’Irccs Isnb, diretti da Mino Zucchelli, e così da oltre un anno mi è stato permesso di proseguire quello che facevo a Londra. Sono grata a questi chirurghi che mi supportano, altrimenti noi giovani non faremmo strada".

Che cosa spicca nel suo curriculum?

"La fellowship londinese, ossia un periodo di formazione altamente specialistico con competenze elevate in chirurgia maxillo facciale pediatrica".

Quanti interventi ha eseguito?

"La nostra équipe del Maggiore e del Bellaria, a partire da gennaio, ha affrontato 142 interventi nei vari setting assistenziali, dalla sedazione all’anestesia generale, in rapporto alla patologia e all’età dei bambini. In questi primi cinque mesi abbiamo fatto più interventi rispetto all’intero 2022, ma bisogna precisare che sono state incrementate le sedue operatorie. Comunque l’attività è in crescita. E l’Ausl ha avviato un percorso di formazione dedicato agli anestesisti pediatrici per dare supporto a interventi chirurgici così complessi in urgenza".

Quali cause portano i bambini in sala operatoria?

"Traumi nel 35% dei casi, per cadute e incidenti stradali o in casa. Venerdì scorso è stato operato al Maggiore un bimbo di 5 anni per una frattura scomposta alla mandibola in seguito a una caduta: aveva un frammento d’osso vicino al nervo facciale. Un intervento delicato, abbiamo salvato l’articolazione e la masticazione. Ora per la riabilitazione lo seguono gli ortodontisti della nostra équipe".

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