La cocaina a 15 anni Costretta ad atti sessuali per ottenere una dose Ragazzina salvata

Lo spacciatore, ventisettenne tunisino, arrestato dai carabinieri di Corticella. La minorenne era arrivata ad acquistare dal pusher cinque volte a settimana

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di Nicoletta Tempera

Aveva iniziato a fare uso di cocaina che ancora non aveva compiuto quindici anni. Con il suo gruppo di amici, la ragazzina aveva provato per la prima volta a tirare a gennaio scorso. E nei mesi quella trasgressione è diventata una dipendenza, che ha reso l’adolescente succube, fino a spingerla, in astinenza, a compiere atti sessuali con il suo spacciatore ‘di fiducia’, un tunisino di 27 anni, che non ha avuto scrupoli ad approfittarsi di lei, così piccola. Un incubo da cui la ragazzina si è svegliata solo grazie all’aiuto dei carabinieri della stazione di Corticella, che per primi hanno colto il disagio della minorenne e hanno deciso, anche in assenza di una denuncia, di iniziare a indagare. Conquistando la fiducia della quindicenne. Che alla fine si è sfogata con i militari, raccontando loro i suoi primi dieci mesi da tossicodipendente.

Sembra di rileggere, quarant’anni dopo, ‘Noi, ragazzi dello zoo di Berlino’. Ma Christiane F. è nata all’ombra delle Torri, ha una famiglia che si potrebbe definire ‘normale’, né benestante, né indigente, va a scuola e attira l’attenzione dei genitori su di sé, per la prima volta, solo a ottobre scorso, quando si allontana da casa per 24 ore. È a questo punto che vengono chiamati i carabinieri, per denunciare la scomparsa della quindicenne. Che il giorno dopo, però, torna a casa da sola. Un apparente ‘lieto fine’, di cui i militari dell’Arma non si accontentano. Decidono di ascoltare la ragazzina, di incontrarla in audizioni protette. Lei all’inizio resta chiusa nel suo silenzio. Pian piano, però, i carabinieri riescono a conquistarne la fiducia. E a quel punto parla. E apre un mondo. Racconta dei primi approcci con la cocaina, divenuti sempre più frequenti. Dice di aver acquistato, in dieci mesi, dosi da mezzo grammo anche quattro o cinque volte la settimana. Sempre dallo stesso spacciatore. Che incontrava vicino alla Coop o fuori dalla scuola. I carabinieri calcolano, in base a queste parole, circa 200 cessioni, pari a 6mila euro. Possibile che mai nessuno se ne sia accorto?

È a questo punto che la quindicenne rompe ogni vergogna e affronta la parte più dolorosa della sua dipendenza, quella che costa all’indagato l’accusa di violenza sessuale su minore aggravata dallo stato di bisogno della ragazza. Ossia le pressioni sessuali, ripetute, subite dalla minorenne, che accettava di essere baciata dallo spacciatore con la scusa di passarle per bocca la dose; che veniva costretta a sedersi sulle gambe di lui o incontrarlo di notte. Approcci per lo più soft. Fino a marzo, quando la quindicenne, in astinenza, ha accettato invece di masturbare il pusher, per avere in cambio una dose gratis. Un episodio avvenuto in strada, dietro un cespuglio, perché malgrado lui più volte lo avesse proposto, lei si era sempre rifiutata di andare a casa dell’uomo. Erano anche gli amici, più grandi della ragazzina che, capito l’interesse che il tunisino nutriva per lei, la mandavano avanti, spesso dandole loro i soldi per la dose, per fare acquisti di gruppo. Questo perché sapevano del ‘trattamento di favore’ riservato dallo spacciatore alla ragazzina. Che a volte le dava il doppio della sostanza allo stesso prezzo; a volte non la faceva pagare. Era ormai persa in un gorgo di dipendenza da cui non riusciva più a emergere quando ha incontrato i carabinieri, che le hanno ridato un filo di speranza. E che, con un’indagine lampo, coordinata dal pm Michele Martorelli, hanno portato dietro le sbarre lo spacciatore. E aperto la strada per il recupero a lei.

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