Libri, 'La cura sono io': come la creatività sfida il tumore

Mercoledì 16 ottobre la presentazione a Bologna con l'autrice Maria Teresa Ferrari e l'illustratrice Valentina D’Andrea

La Cura sono io, una delle illustrazioni

La Cura sono io, una delle illustrazioni

Bologna, 15 ottobre 2019 - Sarà presentato domani a Bologna il libro-manifesto illustrato “La Cura sono Io. Per vivere ho bisogno di me” (Edizioni Minerva). L'appuntamento è alle 18 al Grand Hotel Majestic già Baglioni. saranno presenti l'autrice Maria Teresa Ferrari e l'llustratrice Valentina D’Andrea. Introducono la serata Andrea Segrè, presidente di Fondazione Fico, Chiara Caliceti, direttore generale di Doc-Com e Roberto Mugavero, Edizioni Minerva. 

Il volume nasce da un percorso di malattia che le due autrici hanno vissuto in questi anni. Entrambe utilizzano da sempre nella loro attività la creatività come risorsa ed energia e ad essa si sono affidate anche in questo libro, unendo i loro linguaggi per raccontare alle donne il proprio viaggio-esperienza “straordinario”. Trasformando il pensiero nel fare creativo, che le ha aiutate a superare la malattia, hanno trasferito in queste pagine la loro voglia di vita, il desiderio di tornare a sorridere, di abbracciarsi, di vedere oltre.

“Spesso pensiamo alla creatività come se fosse limitata alla sfera artistica, - spiegano le autrici - ma è un elemento necessario in tutti gli ambiti della vita. Non è mai tardi per attingere dentro di sé a questa fonte capace sempre di sorprenderci”.

Parola e “disegnopensiero” si integrano nelle pagine del libro, arricchito dai testi di Eliana Liotta e Eugenio Borgna, che invitano ogni donna a fare questo viaggio-esperienza ascoltando le “voci” di dodici muse, che abitano dentro un pensiero, ritratte nell’esatto momento in cui hanno la consapevolezza che qualcosa è cambiato.

“La Cura sono Io” è l’hashtag con cui Maria Teresa Ferrari comunicava, e lo fa tuttora, il suo “sentire” alla vasta community che la seguiva su Facebook, mentre attraversava i vari momenti della malattia oncologica. Ha lo stesso nome l’associazione culturale che ha fondato nel 2017 con l’obiettivo di “Progettare bellezza, nonostante”. “In quei giorni travagliati – spiega la scrittrice - ho capito che la soluzione sarebbe stata diventare io stessa artefice della mia guarigione. Mi sono detta ‘La cura sono io. Sì, la cura. Dentro e fuori.’ Decisi che sarei partita dalla testa, perché è lì che nasce la volontà di volersi bene, ancora di più quando sai che vivrai la sua improvvisa nudità causata dalle chemio”. E nella testa hanno preso vita dei “copripensieri”, copricapi simbolo dell’amore in azione, portatori di un messaggio di benessere, rinascita, speranza.

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