La denuncia di una mamma: "Mio figlio vittima dei bulli. Non devono vincere loro"

Al bambino, 11 anni, è stato strappato via il borsello con pochi spicci. La donna ha segnalato ai poliziotti del Bolognina Pontevecchio l’episodio .

La denuncia Anna (il nome è di fantasia) l’ha sporta giovedì mattina al commissariato Bolognina Pontevecchio. A nemmeno 24 ore, cioè, dalla rapina subita da suo figlio, 11 anni appena. "Era pomeriggio pieno, saranno state le 16 – racconta la mamma –. Mio figlio era assieme a un amico e ad altre due bambine della stessa età, tutti ex compagni di classe alle elemetari. Le ragazzine si erano fermate a fare delle fototessere alla macchinetta. Mio figlio e il suo amico si stavano spostando verso il giardino quando un bambino della loro età circa li ha fermati, chiedendo a mio figlio di mostrargli il marsupio, perché lo trovava bello". A quel punto la conversazione amichevole sfocia in rapina: "Questo ragazzino ha strappato di mano il borsello a mio figlio con una mossa fulminea e poi lo ha lanciato a due ragazzi più grandi, che erano in sella a due Mobike. I due si sono allontanati, ma quando hanno notato l’amico di mio figlio con in mano il cellulare, forse pensando che stesse chiamando i genitori o la polizia, sono tornati indietro, restituendo il marsupio a mio figlio, senza però i soldi, pochi spicci, che conteneva".

C’era però il telefono, con il quale l’undicenne ha subito chiamato, quasi in lacrime, la mamma. "Il problema non sono i pochi soldi portati via – racconta ancora Anna –, ma l’atteggiamento violento e prevaricatore di questi ragazzini. Che girano anche con il coltello. Mia figlia più grande ha detto di averli visti più volte minacciare dei bambini che non avevano voluto dar loro i soldi che avevano al seguito". In un’altra occasione, pochi giorni fa "hanno portato via 50 euro a un altro amico di mio figlio".

Oltre che alla polizia, la mamma ha segnalato anche alla scuola media Guercino - che frequenterebbero alcuni dei bulli - queste condotte, "perché i professori affrontino il problema in classe. Proprio da questo episodio ho scoperto che mio figlio e i suoi amici non sapevano neppure quali fossero i numeri delle forze dell’ordine. Mi hanno detto di voler chiamare il 911, come nei film americani. A mio figlio ho quindi detto, in caso si ripetano rischi simili, che i numeri ‘giusti’ da contattare sono 112 e 113. Forse sarebbero utili incontri con le forze dell’ordine in classe per istruire un po’ gli adolescenti su questi temi".

Ma per questa mamma, come per le altre del quartiere, "non è giusto far crescere i bambini nella paura. Sono così orgogliosa che mio figlio inizi a uscire con gli amici, non voglio che la paura di questi prepotenti lo inibisca. Non è lui a dover rimanere chiuso in casa". Anche perché questa banda di bulli è da tempo un problema per il quartiere: "Qualche tempo fa hanno aggredito la benzinaia, perché aveva detto loro di non appoggiarsi su un fittone fragile. Loro non solo l’hanno insultata, ma hanno anche finito di rompere il fittone. Speriamo che parlando di questi fatti si crei attenzione sul fenomeno – conclude Anna –, perché questi ragazzi sono lasciati a loro stessi. Le famiglie sono inesistenti".

Nicoletta Tempera