Una querela per "le reiterate omissioni degli enti preposti alla manutenzione del corso d’acqua". È quella presentata da Antonio Francesco Rizzuto, associato di Confabitare e proprietario di un immobile gravemente danneggiato dalle esondazioni del torrente Zena nel 2019, 2023 e 2024. Una denuncia che "evidenzia le carenze nella gestione pubblica e le conseguenze delle esondazioni, che hanno devastato le abitazioni dei residenti", come comunicano dall’associazione dei proprietari immobiliari. Il tema sarà al centro di un incontro dedicato alla stampa domani mattina nella sede di Confabitare, in via Marconi, alla quale parteciperanno lo stesso Rizzuto, il presidente nazionale dell’associazione Alberto Zanni e l’avvocato Luigi Santomassimo, che ha redatto la querela.
In una nota Confabitare afferma che "il grave stato di pericolosità del torrente, supportato da consulenze tecniche, sopralluoghi e dall’ultimo rapporto della Corte dei conti, evidenzia l’insufficiente utilizzo dei fondi pubblici destinati alla manutenzione dei bacini fluviali". E aggiunge: "Gli eventi alluvionali del 2019, del 2023 e del 2024 hanno provocato la devastazione della Val di Zena, obbligando i residenti a mettere sotto accusa la Regione Emilia-Romagna, la Città metropolitana e l’Ente di Bonifica Renana per i richiesti, ma mai effettuati, interventi di messa in sicurezza del torrente".
Tra le abitazioni colpite come detto c’è anche quella di Rizzuto, ma "nonostante le numerose segnalazioni e diffide, gli enti competenti non hanno ancora messo in atto alcuna azione per evitare altri disastri". Da qui la denuncia, da parte di Confabitare, "della mancata pulizia dell’alveo del torrente, dell’assenza di interventi per abbassare il letto del corso d’acqua, della necessità di innalzare e rafforzare gli argini e di una gestione inefficiente delle risorse pubbliche".