"Il rischio di fallimento del Comune? È responsabilità di Matteo Lepore". Non fa giri di parole l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna dopo lo spettro di un fallimento del Comune di Bologna, evocato dal sindaco nel caso in cui non fossero rispettate le scadenze del Pnrr per i lavori del tram.
"Se Lepore non realizza l’opera entro il 2026, il Comune fallisce. Ma è lui stesso, assieme alla giunta precedente, di cui faceva parte, ad averci portato in questo baratro – dichiara il meloniano – e tutte le colpe di un eventuale fallimento sarebbero unicamente sue. Chiesero all’allora governo nazionale di centrosinistra di poter ricevere sostegni e fondi per la realizzazione di un’opera, quella del tram, rispetto alla quale noi di FdI siamo sempre stati contrari, come ormai tutti sanno da tempo".
Si tratta di "milioni di euro dei cittadini per un’opera dannosa, impattante, complessa da realizzare, che sta provocando enormi disagi a tutta la cittadinanza – continua Cavedagna – e che, anche una volta completata, non porterà benefici". Il centrodestra, invece, "non ha finanziato il tram, come invece racconta Lepore, dicendo l’ennesima bugia. Se fosse stato per noi, non sarebbe stata posta neanche la prima pietra", conclude il parlamentare europeo.
"Il primo cittadino sta mettendo le mani avanti perché ha capito di avere sbagliato?", punge anche la Lega con il capogruppo Matteo Di Benedetto.
"Fino all’altro giorno diceva di essere in anticipo sui tempi, ora parla di ritardi? Se non è capace, si dimetta. Ha deciso lui di mettere Bologna in questo girone infernale", attacca l’esponente del Carroccio. Che torna anche sul tema del Ponte di San Donnino: "La sinistra non ha previsto nei conti il rifacimento di un ponte su cui passerà il tram, non calcolando la necessità della messa in sicurezza per sostenere il peso dei mezzi. È un errore macroscopico che Lepore continua a voler scaricare su altri".