GIAN ALDO TRAVERSI
Cronaca

La Doctor Dixie per Teo Ciavarella

Domani il concerto al Salotto del jazz. Checco Coniglio: "Nell’88 si presentò in cantina e fu subito dei nostri"

Checco Coniglio, trombone della Doctor Dixie Jazz Band

Checco Coniglio, trombone della Doctor Dixie Jazz Band

Da Duke Ellington, Sunny Clapp e Louis Primera a Woody Herman, Irving Berlin e Dizzy Gillespie, senza dimenticare Teo Ciavarella, autore del brano ’Arianna’ dedicato alla figlia: le divinità della black music domani (ore 21) si danno convegno al Salotto del Jazz di via Mascarella per il concerto che la Doctor Dixie Jazz Band dedica al pianista che ci ha lasciato un mese fa, ovvero lo swing ellingtoniano che flirta con il blues con una libertà tellurica pronta ad alzarsi come un tuono sulla musica. A ricordarne Teo Ciavarella cib aneddoti e palchi condivisi è Checco Coniglio, trombonista della band che continua a far faville.

Riavvolgiamo il nastro…

"A marzo del 1988 un magro pianista pugliese si affacciò nella cantina di via Cesare Battisti annunciandosi per Teo Ciavarella. ’Franco Tolomei mi ha detto che fate del buon jazz, mi piacerebbe suonarlo con voi’, spiegò. Si esibì in un saggio di stordente bellezza. Alla fine gli dissi: ’prova superata, considerati dei nostri’".

Tempi carichi d’eventi…

"Proprio in quell’anno – ricorda Checco Coniglio – festeggiammo al Palasport, davanti a 4.000 spettatori, il 35esimo compleanno della band di Nardo Giardina, celebrando ad un tempo il nono centenario dell’Alma Mater. Teo splendette, non sfigurando al cospetto di Jerry Mulligan, protagonista dell’edizione del Festival Jazz. La sua esecuzione di ’Satin Doll’ di Ellington rapì tutti".

Ricordi da preservare?

"A metà Anni ’90 nel camerino dell’Europaauditorium pregustavo l’ascolto del concerto di Michel Petrucciani: si apre la porta e compare Alberto Alberti che lo teneva in braccio, sembrava un bambino. Sprofondai nel divano farfugliando ’Bon soir’. Quando glielo raccontai Teo continuò a sorriderne per una settimana".

Eravate parecchio amici?

"Sì, fortemente coesi. Spesso mi ha ospitato in Puglia dove ho conosciuto i genitori, la madre che cantava con noi, il padre appassionato lettore. La moglie Arcangela mi ha confermato che la persona che gli era stata più vicino ero io. Sfumato come un sogno il ricordo del suo matrimonio a San Giovanni Rotondo con la band a festeggiarlo".

Il giudizio umano?

"Al cento per cento positivo. Potrei citare mille esempi. Quando poteva si faceva in quattro. Sette anni fa si precipitò da Ferrara in cantina per un concerto dedicato alla polizia che ci aveva chiesto il questore, habitué di via Cesare Battisti. A mezzogiorno lo chiamai in Conservatorio, alle 17 ci raggiunse per le prove".

Giudizio artistico?

"Poche composizioni sono poetiche come ’Arianna’ che eseguiremo domani. Tecnica spaventosa, un novanta per cento di Oscar Peterson".

Data da non perdere ance quella di stasera (ore 21), protagonista Rachel Doe in Trio, frontwoman dei bolognesi Rumba de Bodas con cui ha all’attivo 300 concerti in 20 paesi.