La donazione dei detenuti per i bimbi dell’Oncologia

La popolazione carceraria della Dozza ha inviato il denaro raccolto all’Ageop "Per regalare un sorriso ai piccoli pazienti, lontani da casa a Natale"

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Un piccolo gesto diventa immenso, se a compierlo è chi vive un momento di fragilità e difficoltà. Il senso del Natale, quello più puro, lo hanno colto e fatto diventare concreto i detenuti della Rocco D’Amato. Che, stimolati dal messaggio di auguri inviato loro dall’arcivescovo Matteo Zuppi, hanno voluto "offrire una scintilla di Natale ai bambini dell’Oncologia pediatrica e ai loro genitori". E hanno così avviato una raccoltà fondi per l’Ageop tra le mura della casa circondariale.

"Non siamo capaci di grandi somme", hanno scritto i detenuti nella lettera inviata, con la loro donazione, ad Ageop Ricerca. "Ma davvero ci chiediamo cosa di più grande avremmo potuto ricevere, se non questo sentimento di amore e di cura nei confronti dei ‘bambini negli ospedali a Natale’", è stata la risposta di Carla Tiengo, presidente di Ageop Ricerca Odv. "Un dono – spiega – che va ben al di là della non piccola somma raccolta e destinata ai minori con cancro del reparto di oncoematologia pediatrica del Sant’Orsola. Un sentimento che suscita una commozione profonda perché, come loro stessi ci scrivono, proviene da chi sa bene cosa significhi trascorrere il Natale, e tanti altri giorni oltre a questo, lontani dagli affetti, da casa, dagli amici. Una distanza che la pandemia, impedendo ai volontari di frequentare il reparto e costringendo tutti a straordinarie misure di protezione, ha reso ancora più difficile da affrontare, soprattutto per i più piccoli e non meno per gli adolescenti, il cui bisogno di vivere insieme ai coetanei è forte e radicato, come un bisogno insopprimibile, come la libertà".

Nel loro messaggio le persone detenute ricordano le parole loro rivolte dall’arcivescovo Zuppi: "il Figlio di Dio che viene nel Natale, ha superato la distanza fra il cielo e la terra, non si lascia scoraggiare dai nostri distanziamenti, dai nostri muri e dalle barriere immunitarie". E spiegano: "Noi sappiamo cosa significhi passare il Natale lontani da casa e distanti dagli affetti più cari. Sappiamo cosa voglia dire la fatica di sperare e costruire un futuro incerto. Per questo ci sentiamo vicini ai bambini negli ospedali, perché vivono da innocenti queste privazioni". Una lettera che ha commosso la presidente Ageop, che ha ringraziato i detenuti, condividendone l’insegnamento: "Una comunità si regge sull’accoglienza e sulla solidarietà, sul vivere insieme cercando di non dimenticarsi mai degli ultimi e dei più fragili – piega Tiengo –. Nei prossimi giorni i disegni su tela realizzati dai nostri bambini arriveranno al carcere e lì, le donne detenute che partecipano ai progetti di ‘Gomito a Gomito’, confezioneranno borse e sacche destinate alla raccolta fondi: solidarietà genera solidarietà e insieme potremo costruire un mondo di persone meno sole".

Nicoletta Tempera

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