CHIARA GABRIELLI
Cronaca

La famiglia Ferrerio scrive al ministro: "Ingiustizia, chiediamo un incontro"

Davide massacrato per uno scambio di persona, è in coma irreversibile. I genitori e il fratello ’chiamano’ Nordio "Hanno assolto il ’quinto uomo’, questo è assurdo. Vorremmo un segnale di vicinanza dalle istituzioni"

Davide Ferrerio (dietro) in uno scatto con la famiglia

Davide Ferrerio (dietro) in uno scatto con la famiglia

Bologna, 25 aprile 2025 – "Chiediamo un incontro al ministro Carlo Nordio, le istituzioni ci diano risposte. E un segnale di vicinanza". È l’appello della famiglia Ferrerio – papà Massimiliano, mamma Giusy e il fratello Alessandro – al Ministero della giustizia, tramite una lettera spedita mercoledì. Davide Ferrerio è stato massacrato a 21 anni mentre era in vacanza a Crotone, l’11 agosto 2022, per uno scambio di persona e oggi giace in un letto d’ospedale, tenuto in vita solo dalle macchine, in coma irreversibile da quel giorno in cui gli furono portati via i sogni, le speranze e i progetti, le partite al Dall’Ara, sua seconda casa, e ogni cosa del futuro luminoso che lo aspettava. Autori e mandanti della spedizione punitiva sono stati condannati. Ma il ’quinto uomo’, Alessandro Curto, colui che indicò Davide agli aggressori, causando così lo scambio di persona, è stato prosciolto in Cassazione. I genitori e il fratello del ragazzo chiedono giustizia.

"Buongiorno signor ministro, sono il padre di Davide Ferrerio – inizia così la lettera –, sono di nuovo a scriverle per manifestare il mio totale dissenso e l’indignazione riguardo alla mancata incriminazione del Curto Alessandro, colui che da vile ha indirizzato l’azione punitiva su mio figlio Davide perché aveva capito che la situazione avrebbe assunto un tragico risvolto. Mio figlio Davide si trova in stato di coma irreversibile, immobilizzato e intubato in un letto d’ospedale dall’agosto 2022 a causa delle lesioni provocate dall’assassino Nicolò Passalacqua, istigato da Anna Perugino su precisa indicazione di Curto".

Da quell’11 agosto di tre anni fa, la vita della famiglia Ferrerio si è fermata. E si è trasformata in un incubo a occhi aperti. "La nostra famiglia si trova a dover affrontare quotidianamente un calvario di infinite ingiuste sofferenze che potevano essere evitate se questi esseri disumani fossero stati dotati di raziocinio – si legge nella lettera –, è scandaloso e ingiusto che la Corte di Cassazione abbia assolto Curto. Perché i giudici non hanno accolto la richiesta della Procura? Vorrei incontrarla affinché lei possa intervenire per fare luce su questa inspiegabile ulteriore ingiustizia".

In questo abisso di dolore, i familiari chiedono almeno che si possano chiarire i motivi che hanno portato "a un’ingiustificata assoluzione, che risulta incomprensibile e illogica, già solo tenendo conto della creazione di un falso profilo che prevede fino a un anno di reclusione – sottolinea Massimiliano Ferrerio –. Ciò ci causa altro dolore. Ma quello che vorremmo è anche una speranza. Che chi è responsabile di quanto successo sia punito. La speranza è che si faccia in modo che le leggi siano rispettate e applicate. E, se non basta, che siano cambiate". Il papà di Davide ricorda che "nel 2023 abbiamo avuto un incontro con il capo di gabinetto del sottosegretario Alfredo Mantovano: ci ha ricevuti a palazzo Chigi e abbiamo analizzato insieme la situazione. Anche oggi, ora che c’è stata l’assoluzione di Curto, vorremmo guardare assieme al ministro queste anomalie e, soprattutto, vorremmo che le istituzioni dessero un segnale importante". Qualche giorno fa, la famiglia ha spedito una lettera anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Il capo dello Stato ci ha telefonato due volte, sappiamo che ci è vicino e questo ci dà molto conforto", spiega Massimiliano Ferrerio.

Anna Perugino, la mandante della spedizione punitiva, è stata condannata a 12 anni per concorso in tentato omicidio, a cinque anni il compagno Andrj Gaju. Ad aggredire Davide, quel giorno, fu Nicolò Passalacqua, condannato a 12 anni e 8 mesi. In questa lunga battaglia la famiglia è assistita dall’avvocato Gabriele Bordoni.