La Fimmg contro i Cau negli ospedali: "L’accordo firmato non era questo"

I medici di famiglia: "La maggioranza doveva essere realizzata nel territorio"

La Fimmg contro i Cau negli ospedali: "L’accordo firmato non era questo"
La Fimmg contro i Cau negli ospedali: "L’accordo firmato non era questo"

L’apertura dei Cau negli ospedali di Vergato e di Budrio non va giù all’esecutivo della Fimmg. La Federazione dei medici di medicina generale, a cui tra città e provincia aderiscono 317 camici bianchi, esce allo scoperto per evitare il rischio che i Centri di assistenza all’urgenza siano ridotti al lumicino nel territorio. "La politica ha cambiato idea. I direttori generali delle Aziende Usl, in particolare quello dell’Ausl di Bologna – si legge nel testo –, non sappiamo se per propria volontà o per decisione regionale, intendono aprire i Cau solo negli ospedali, rimandando a generiche date l’apertura di quelli di prossimità" e "non è dato di sapere quali siano le motivazioni di questo voltafaccia, che comunque rappresenta di fatto un recedere dai contenuti dell’intesa regionale sottoscritta".

Facciamo un passo indietro e torniamo all’accordo. "Nella primavera scorsa viene sottoscritta, tra assessorato regionale alla Salute e l’associazione sindacale maggiormente rappresentativa della Medicina generale, una intesa che istituisce la creazione dei Centri di assistenza alle urgenze. "L’intesa sottoscritta", il giorno della firma era presente anche Salvatore Bauleo (foto), nella duplice veste di segretario provinciale e vicesegretario regionale, "specifica che i nuovi Cau verranno realizzati a grande maggioranza nel territorio, cioè in sedi diverse da Pronto soccorso o ex Pronto soccorso, secondo un rapporto di 4 a 1, da istituire contestualmente". Per la Fimmg, "le motivazioni assistenziali sono facilmente intuibili" perché "se la presunta o reale carenza si determina in prossimità dei cittadini, è in prossimità che bisogna fornire un servizio più adeguato e strutturato possibile. Se invece sottrai le risorse umane e tecnologiche alla prossimità e al territorio, e le trasferisci, centralizzandole, nelle sedi dei Pronto soccorso (o ex Pronto soccorso che chiudi o hai chiuso), non fai altro che aggravare l’intasamento di queste ultime, perché tutti i cittadini ad esse si rivolgeranno indipendentemente dalla intensità clinica delle loro condizioni, e con le conseguenze e difficoltà facilmente prevedibili per tutti, ma soprattutto per anziani, cronici e ipomobili". In conclusione: "La Fimmg non ha difficoltà a riesaminare l’accordo", però "le modifiche unilaterali sono da respingere fermamente".

d. b.

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