
Pietro Aradori, 36 anni, è il quarto realizzatore della Fortitudo quest’anno
Meno di 72 ore separano la Fortitudo dal ritorno sotto i riflettori del PalaDozza (indaffarato nel fine settimana per le finali di Coppa Italia), sotto i quali mercoledì alle 20,30 arriverà l’Urania Milano, quarta in classifica, per il recupero della decima giornata di ritorno del campionato di A2. Per i biancoblù di coach Attilio Caja, noni della classe e che non giocano dalla trasferta di Avellino, un indugio lungo 10 giorni che arriva quasi come una manna dal cielo viste le precarie condizioni della squadra, fra infortuni e febbri da smaltire.
Dieci giorni cruciali per rimettersi in sesto, tirare il fiato in vista del rush finale e aggiustare per quanto possibile alcune delle dinamiche di gruppo che il tecnico pavese, per l’impossibilità di avere il roster al completo, ha dovuto postdatare a lungo. La prima buona notizia arriva infatti dall’infermeria, col possibile reintegro a partire da oggi di Pietro Aradori, out dopo lo scavigliamento avellinese, per il quale è stato necessario qualche giorno di riposo in più nell’ottica di averlo disponibile già mercoledì. Seppure tra alti e bassi scanditi dal recupero della condizione per via del grave infortunio occorso a giugno durante le finali contro Trapani, è proprio il numero 4 una delle figure di punta dell’ultimo periodo fortitudino, avendo avuto spesso le redini dell’attacco visti i due mesi di assenza del giocatore più importante, Kenny Gabriel, top scorer con 15,3 di media a fronte delle 19 partite giocate.
Aradori, che è il quarto marcatore della Effe con 9,7, ha una partita in più di Gabriel, 11 gare in meno di Freeman (secondo con 14,9) e 10 in meno di Mian (terzo con 12,4), a testimonianza del fatto che la sua incidenza è stata fin qui rilevante. E dovrà esserlo da qui alla fine per strappare il biglietto-playoff nella miglior posizione possibile. Nel mentre, fra echi di mercato col nome dell’ala vicentina Gabriele Benetti (oggi in forza a Pistoia) che potrebbe arrivare sotto le plance biancoblù e con l’assemblea dei soci di domani nella quale si discuterà l’aumento di capitale, lo stato dell’arte racconta di una Fortitudo chiamata ancora a 4 gare casalinghe e 3 trasferte.
Alcune gare più proibitive di altre, ma, classifica alla mano e con il secondo posto a soli 4 punti di distanza, con l’obbligo morale di gettarsi oltre l’ostacolo. A dirigere l’orchestra c’è il miglior direttore possibile: serve però che i violini siano tutti accordati.