
Bologna, il sindaco ha presentato il progetto per la torre. Si attende l’ok della Soprintendenza. La Lega: "Forti ritardi".
Ecco il piano per salvare la Torre Garisenda di Bologna. Il Comune ha presentato in Soprintendenza il progetto esecutivo per la messa in sicurezza e il restauro del monumento-simbolo della città su cui, da novembre del 2023, aleggia il rischio di un cedimento. Il termine per l’intero intervento è fissato al 2028, ma si procederà per fasi: la prima prevede, dopo aver montato alcuni ponteggi, l’entrata in azione dei famosi tralicci già utilizzati per raddrizzare la Torre di Pisa. Si vedranno all’inizio del nuovo anno, in modo da renderli operativi entro la scadenza di giugno 2026: i primi lavori sono infatti legati ai fondi del Pnrr (per un totale di 6 milioni, che comprendono anche le donazioni) e il rischio, in caso di ritardi, sarebbe quello di non riuscire a ottenere i finanziamenti.
La fase iniziale sarà di "tiro ridotto", con delle fasce in poliestere legate al tronco della torre a 20 metri di altezza, in modo che i tiranti – posizionati sopra alcuni piedistalli – esercitino uno sforzo orizzontale. Il tiro si opporrà ai movimenti della torre verso sud, con uno sforzo di 10 tonnellate, e verso est, con uno sforzo di 20 tonnellate, permettendo così di ridurre la sollecitazione al piede delle pareti di circa il 5%. Un’azione applicata "molto lentamente e con costante monitoraggio per verificarne le conseguenze. Solo dopo si procederà eventualmente con una seconda fase di tiro e alle iniezioni che andranno a consolidare il basamento, sfruttando i fondi regionali per circa 4 milioni. Una speciale malta realizzata ad hoc per il monumento bolognese verrà iniettata in piccoli fori orientati verso il basso, per favorire la penetrazione della malta. Le iniezioni preliminari si concentreranno sullo spigolo nord-ovest del manufatto, quello meno sollecitato. Infine, nell’ultima fase, le iniezioni saranno estese a tutto il resto del tronco. I tralicci saranno smontati soltanto a intervento concluso e il cantiere già allestito attorno alla Garisenda rimarrà fino alla fine delle operazioni. L’amministrazione, intanto, valuterà se e quando riaprire le visite al pubblico della Torre degli Asinelli, da sempre gettonate e da un anno e mezzo al palo a causa del pericolo di un eventuale crollo della torre pendente.
Matteo Lepore, sindaco di Bologna, esprime soddisfazione e ricorda: "Se saremo stati bravi, saranno passati 4 anni e mezzo dal primo allarme del comitato tecnico-scientifico, cioè la metà del tempo impiegato per mettere in sicurezza la Torre di Pisa. Sarà decisivo il momento in cui toccheremo la torre: stiamo parlando di un monumento di oltre 900 anni e i rischi ci sono, il nostro lavoro è ridurre mese per mese il tasso: ci stiamo riuscendo". E se i commercianti bolognesi intanto chiedono "tempi certi" per i lavori e "più sostegno" alle imprese colpite dai cantieri, la Lega espone già qualche dubbio: "Il sindaco è in forte ritardo e i bolognesi dovranno attendere l’approvazione e le prescrizioni necessarie della Soprintendenza, senza le quali i lavori non possono nemmeno iniziare – puntualizza il deputato Davide Bergamini –. Come al solito il sindaco vende fumo senza aver cotto l’arrosto".