La giostra di Ustica: il luna park dell’orrore

’Battaglia aerea’ al parco della Zucca: un progetto di PetriPaselli. "Ci interessa creare fastidio per non restare indifferenti"

Migration

di Claudio Cumani

Lo dice con cruda schiettezza Luciano Paselli, che con Matteo Petri ha creato un duo artistico da tempo attento a recuperare e rielaborare oggetti legati ai ricordi per restituirli alla memoria collettiva: "Non abbiamo voluto creare un luna park sulla testa dei morti ma esprimere una forte denuncia. Ci interessa creare fastidio perché non si può restare indifferenti davanti alla violenza mascherata nella quotidianità". PetriPaselli, tra l’altro autori nel Capodanno 2013 di un Vecchione trasformato in scimmia, hanno realizzato, per la rassegna Attorno al museo al parco della Zucca destinata a celebrare il quarantunesimo anniversario della strage di Ustica, un’installazione performativa (il titolo è Battaglia aerea, la curatela di Lorenzo Balbi) che di fatto è una vera e propria giostra Telecombat da Luna Park: il visitatore, grazie al gettone ricevuto dopo la visita nell’attiguo museo Boltanski, può salire su un aereo-giocattolo inseguendo e colpendo con una finta mitraglietta laser gli altri partecipanti per simulare una vera e propria guerra nel cielo fra sinistre sonorità. Vince chi riesce a restare nella propria postazione senza essere abbattuto.

Spiega Balbi, direttore artistico di MAMbo: "Il tema è come fare memoria attraverso il linguaggio dell’arte moderna, la curiosità è che in passato queste giostre sono state realizzate davvero con residuati bellici". E se Paselli sottolinea il messaggio spiazzante di una "giostra del potere e della menzogna che maschera quanto accaduto", Petri ribadisce l’intenzione di non recare offesa. "Abbiamo giocato – dice – sul contrasto fra l’intimità del museo e la ricerca della verità". La giostra, che ha aperto ieri sera alle 18 e resterà in funzione fino a domani, ha già sollevato una polemica da parte del circolo culturale Gramma che in quello spazio aveva organizzato una rassegna cinematografica.

È il quarantunesimo anniversario della tragedia ma c’è ancora bisogno di verità. Daria Bonfietti, presidente dell’associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica, chiede che la magistratura chiuda quel pezzo di storia riaperto nel 2008 dalle dichiarazioni del presidente Cossiga sul coinvolgimento francese, che la politica nostrana pretenda dagli altri Paesi risposte convincenti, che venga applicata la direttiva Renzi del 2014 per desecretare i documenti sulle stragi e che si avvii una seria digitalizzazione dei materiali.

Ma ieri, alla presentazione del programma, la presidente ha anche parlato del futuro del museo che potrebbe trasformarsi in un polo culturale vero e proprio capace di accogliere le testimonianze del lavoro fin qui svolto. Sull’ideazione di questo Centro di storia, didattica, memoria e ricerca sono già stati coinvolti il ministro Franceschini, il presidente Bonaccini e il sindaco Merola. Di certo, il percorso sarà lungo e difficile. "Il museo Boltanski non è comunque un fallimento", ha puntualizzato il presidente dell’istituzione musei Roberto Grandi che ha citato una serie di numeri rassicuranti: 145mila i visitatori complessivi, 1182 le classi di studenti, di 15mila la media delle persone negli ultimi anni segnati da un forte incremento. Le celebrazioni allora.

Domattina alle 11 il sindaco Merola incontrerà nella sala del consiglio comunale i familiari dell’associazione con la partecipazione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando perché "sulla ricerca della verità – diceva ieri l’assessora Susanna Zaccaria – non si può fare un passo indietro".

E da giovedì prenderanno il via gli spettacoli della rassegna promossa dall’associazione Parenti delle vittime con Regione e Istituzione comunale musei. L’1 luglio la danza di Panzetti-Ticconi e l’8 Ottavia Piccolo ne L’orizzonte di notte non esiste di Nello Scavo. Si parlerà del bel libro Il segno di Ustica di Andrea Mochi Sismondi la sera del 15 aspettando quattro giorni dopo Marco Paolini. Poi la musica di Enrico Rava e Andrea Pozza (29 luglio) e la serata poetica nella notte di San Lorenzo curata da Francesca Mazza e Anna Amadori. La memoria è un testo aperto che gli artisti interpretano di volta in volta.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro