La grande donazione Cento milioni di dollari alla Johns Hopkins da un ex studente

La sede di via Andreatta sarà ampliata di circa tremila metri quadrati e si trasformerà in un vero e proprio centro multidisciplinare. Previsti nuovi spazi di comunicazione e didattici, uffici, laboratori e aule

di Maria Teresa

Mastromarino

Nel cuore di Bologna, il mondo universitario americano si espande grazie a una donazione di cento milioni di dollari. Si tratta del più grande contributo privato destinato a un’università in Italia, che i filantropi James e Morag Anderson hanno deciso di donare al campus bolognese della ‘School of Advanced International Studies (Sais)’ della Johns Hopkins University.

La sede europea della prima università di ricerca americana si trasformerà in un vero e proprio centro multidisciplinare, con un ampliamento della struttura di circa tremila metri quadrati.

Un’espansione significativa, che prevede anche un ulteriore potenziamento dei servizi e delle opportunità per gli studenti, i docenti e i ricercatori europei, solidificando così il rapporto tra gli Stati Uniti e l’Europa.

"La donazione consentirà alla Sais Europe di affermare ulteriormente il suo ruolo di centro nevralgico per la ricerca, l’apprendimento e le politiche pubbliche – dice Ronald J. Daniels, presidente della Johns Hopkins –. Continueremo a crescere partendo dalla nostra tradizione, espandendo su scala globale il nostro impatto universitario".

Il maxi finanziamento consentirà la creazione di nuovi spazi di comunicazione e didattici, come uffici, laboratori e aule; aumenterà anche il corpo docenti, e saranno previste ulteriori offerte di scambi e borse di studio per gli studenti, continuando a garantire una formazione di qualità.

"Con la donazione diventeremo ancor più un’università internazionale – spiega Michael Plummer, direttore di Sais Europe –. Il nuovo hub europeo consoliderà il contatto con la città, grazie anche alla collaborazione con Unibo".

L’investimento è un dono per le attuali e future generazioni, offerto da un ex studente scozzese, oggi investitore e uomo finanziario di successo.

Un segno di grande generosità, che sottolinea l’importanza dell’istruzione, e che pone l’attenzione sull’impatto sociale e sulle politiche internazionali, temi identitari della Hopkins, che è sul territorio cittadino da settant’anni.

Nella sede storica, però, non ci sono alloggi né residenze: "Questa scelta deriva dalla volontà di fare vivere ai nostri studenti la città, uscendo dalla cerchia universitaria e offrendo loro la possibilità di conoscere meglio il territorio", sottolinea Plummer.

Attualmente il campus ospita 206 alunni, ma nella nuova struttura ci sarà un aumento del 20%, grazie alla maggiore capienza degli spazi e il rinforzamento dei docenti, garantendo sempre la qualità dell’insegnamento.

"La Johns Hopkins – afferma il sindaco Matteo Lepore – è un forte punto di riferimento per Bologna, che è la città della conoscenza, mettendo al centro le relazioni internazionali e l’innovazione". In merito ai lavori strutturali, il primo cittadino aggiunge: "Lavoreremo insieme alla Sais Europe per il suo allargamento, che occuperà l’edificio limitrofo all’attuale sede".

Alla cerimonia di annuncio e ringraziamento ai coniugi Anderson, anche James B. Steinberg, preside di Johns Hopkins University Sais: "La trasformazione della sede realizzerà la nostra visione futura di Sais, come istituzione di riferimento per la ricerca, l’insegnamento e per l’impegno pubblico sulle pressanti sfide globali".

L’azione finanziaria degli Anderson, allora, funge da apripista al piano strategico di Sais Europe ‘Vision 2030’, sostenendone i quattro temi principali: l’espansione del corpo docente, il fondo per l’integrazione con altre scuole e i campus universitari, le borse di studio per gli alunni e lo sviluppo delle strutture.

Un progetto, concludendo, ambizioso e solidale, che garantisce il diritto allo studio e sostiene le generazioni future, proiettandole verso gli studi internazionali. Ma la donazione trasmette un insegnamento ancora più importante: dietro una carriera di successo, c’è sempre un grande cuore.

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