
Dopo lo stop di Fratelli d’Italia e Lega, città e Regione lanciano un ultimatum. L’assessore Campaniello: "Nuovi tracciati? Ci stanno prendendo in giro".
Il Pd fa muro attorno al Passante. E, dopo la scure sul progetto mossa da Fratelli d’Italia, chiede nuovamente conto al Governo sul futuro della grande bretella stradale che consentirebbe di rendere più fluido il traffico intorno a Bologna, attualmente un imbuto con cui tutta l’Italia è costretta a fare i conti.
Una sorta di ‘ultimatum’ era arrivato l’altro giorno dal governatore Michele de Pascale: dopo che Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera, ha di fatto ‘tombato’ il progetto del Passante di Mezzo ancora in attesa di essere sbloccato a livello nazionale ("Non è la soluzione", ha detto il meloniano), il governatore ha nuovamente esortato l’Esecutivo a esprimersi con chiarezza in merito alla volontà, o meno, di andare avanti con l’infrastruttura. Ora la levata di scudi arriva anche da Bologna, oltre che da viale Aldo Moro. "Sono basito dalle affermazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia", taglia corto Michele Campaniello. L’assessore bolognese alla Mobilità, che pochi mesi fa ha raccolta un’eredità intricata e difficile come la gestione del dossier da chi l’ha preceduto, torna sul potenziamento del nodo autostradale e sbotta: "Così si manca di rispetto ai cittadini e alle istituzioni".
Se la Lega a Bologna ha anche riesumato il progetto interrato, già bocciato nel 2016, Campaniello è convinto che "questo gioco delle tre carte" debba finire: "Sul Passante si è chiusa la Conferenza dei servizi – argomenta l’assessore –. Gli enti hanno approvato un progetto specifico. È partito anche il ‘cantiere zero’ con espropri, abbattimento di alberi, sbancamenti di terreno. La gente oggi lungo la Tangenziale vede un’area recintata dove si stanno facendo i lavori. Anziché presentare nuovi e irrealizzabili progetti, il Governo deve spiegare come intende tornare indietro rispetto a quello approvato, senza che questo crei un danno. Il resto mi sembra fumo negli occhi dei bolognesi, con una grande mancanza di rispetto".
Non solo ‘stradone’ interrato, però, perché pochi mesi fa erano tornati in auge anche le ipotesi dei tracciati a a Nord e a Sud della città. "Non tollero questo atteggiamento continuo di rimettere in discussione tutto, di riproporre ipotesi già bocciate – insiste Campaniello –. Si ritirano in ballo progetti che, oltre a un impatto ambientale tremendamente più significativo, avrebbero avuto un costo del 60% in più. Non parliamo nemmeno di ipotesi progettuali alternative".
Ora l’auspicio di Bologna è chiaramente quello di vedere procedere i cantieri già messi in campo. "L’auspicio è che queste siano soltanto boutade da parte del Governo – continua ancora l’assessore –. E che da Roma arrivi una risposta a cittadini ed enti rispetto ai passaggi formali da portare avanti per realizzare questa infrastruttura".
Poi c’è il nodo del tram, che a Bologna monopolizza il dibattito da oltre un anno, e che si interseca proprio con i lavori propedeutici al Passante, in particolare nell’ultimo lotto legato alla linea rossa (la prima che sarà attivata in città nel 2026). Un ritardo all’allargamento di autostrada e tangenziale, insomma, potrebbe creare problemi al completamento del tram.
"Anche su questo il ministero delle Infrastrutture deve dare una risposta – chiude Campaniello –. Perché è il Ministero che ha espresso la necessità di rifare un ponte per i lavori in questione, che rientri nel progetto del Passante. Questa indecisione continua sul progetto, insomma, si ripercuote anche su un’altra infrastruttura per noi decisamente strategica. I fondi del Pnrr non sono a rischio, ma ripeto: serve chiarezza da parte di chi governa".