La grande sfida di Bologna "Città ’a impatto zero’ in 7 anni Con l’aiuto di tutti ce la faremo"

L’assessore Bugani ammette: "Difficilissimo, ma gli strumenti ci sono, dal Tecnopolo al Pnrr". Anche la sanità fa i conti con la necessità di cambiare. Gibertoni: "I costi sono schizzati alle stelle"

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di Francesco Moroni

Transizione digitale ed ecologica, questa grande chimera. Dagli assessori impegnati ogni giorno a plasmare politiche sostenibili agli Enti al centro del territorio, fino a chi gestisce da vicino la salute pubblica: la seconda tavola rotonda dell’incontro ‘Qn Città future’, moderata da Valerio Baroncini (vicedirettore del Carlino), ha cercato di intrecciare i temi forse più caldi e all’ordine del giorno quando si parla di ‘Smart City’. Miglioramento della qualità della vita, lotta al cambiamento climatico, mobilità dolce, digitalizzazione: un mare magnum di aspetti che, sempre più, compaiono nelle agende di chi fa politica o di chi si trova a capo di realtà istituzionali importanti. "Sulla transizione energetica ci viene chiesto uno sforzo ulteriore dall’Europa rispetto agli attuali obiettivi – mette in chiaro Irene Priolo, vicepresidente della Regione –. Si parla di una riduzione che impatti per l’80% su tutto quello che oggi è motore a combustione, significa cioè l’80% in meno di automobili e riscaldamenti accesi: non una cosa da poco… Non possiamo ancora dirci all’altezza della sfida: significherebbe, ad esempio, avere 27mila ettari di pannelli fotovoltaici, mentre in Emilia-Romagna attualmente disponibili ne abbiamo sette. Per perseguire tutto questo serve un piano rinnovato, che chiede una spinta maggiore rispetto a quelli che sono gli attuali percorsi di digitalizzazione. Le scelte della politica devono leggere queste emergenze e pianificare".

La grande partita per Bologna è diventare una delle cento città ‘Carbon neutral’ in Europa (nove in Italia) entro il 2030: "La sfida è difficilissima – puntualizza subito Massimo Bugani, assessore comunale all’Agenda digitale –. Penso anche, però, che abbiamo alcuni strumenti dalla nostra parte: i dati, il Tecnopolo, i fondi del Pnrr, il cambiamento culturale possibile grazie alla visione emiliano-romagnola, che vedo già in essere, sono elementi che dobbiamo mettere in campo per raggiungere un traguardo complesso". "Abbiamo sette anni davanti: sono davvero pochi – aggiunge Pier Luigi Stefanini, presidente di Asvis-Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile –. Parliamo di un obiettivo di straordinaria difficoltà, che richiede un lavoro enorme. E dobbiamo farlo tutti, non soltanto l’amministrazione, mentre gli altri stanno a guardare: solo con il gioco di squadra e in condizioni di unità si può dare vita a una città a misura d’uomo".

C’è poi chi è impegnato a rendere più sostenibile la nostra sanità, le strutture che ospitano i più fragili e che spesso vengono considerate ’energivore’: "Lo abbiamo visto anche con i costi energetici, schizzati alle stelle - sottolinea Chiara Gibertoni, direttrice del Sant’Orsola -. Dal canto nostro sono state attuate diverse attività per rendere più fruibile il policlinico: dalle aree Wi-Fi all’app che accompagna il paziente dal momento della prenotazione fino all’area ospedaliera, ai cd che hanno sostituito le lastre". Azioni ‘smart’ verrebbe da dire, sempre nell’ottica di un impegno al servizio dei cittadini. Così come sono altre le azioni che necessitano risposte urgenti: "Ci sono tante cose da fare e siamo in ritardo, in più viviamo in un contesto di arretratezza di diverse imprese rispetto alla digitalizzazione – chiosa Luca Dondi dall’Orologio, ad di Nomisma –. L’ecosistema non è favorevole: abbiamo imprese piccole e una popolazione anziana, con un gap sicuramente difficile da colmare in sette anni. Ma la domanda da farsi è: ’In che campionato vogliamo giocare?’. Bologna è ai primi posti a livello italiano e si difende, ma non può competere invece a livello europeo: serve cominciare a ragionare in un’ottica dove tutto quello che viene fatto segue una progettualità intelligente, sul medio-lungo periodo, per rispondere a queste sfide, e lasciare perdere i micro-interventi spot".

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