La lezione di Ezio Cesarini, il cronista del Carlino ucciso nel ’44

Fucilato perché oppositore del regime fascista. Il direttore Michele Brambilla:. "Sia un faro per i giovani"

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Ci sono ferite che non si rimarginano. Neanche a distanza di anni, da quel 27 gennaio 1944: giorno in cui Ezio Cesarini, cronista del ‘Carlino’, venne fucilato al poligono di via Agucchi dai nazifascisti perché oppositore del regime. Ora, però, il suo ricordo torna a splendere: la sua lapide, donata dal ‘Carlino’ dopo che questa era stata recuperata da decenni di oblio, è stata ufficialmente messa a dimora per iniziativa del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, all’ingresso esterno dell’edificio che ospita il Master in giornalismo dell’Alma Mater, "luogo in cui si formano le nuove generazioni di giornalisti e che, proprio dalla sua esperienza, devono prendere esempio" commenta Giovanni Rossi, presidente dell’Odg Emilia-Romagna. Lo ha definito "un uomo di grande coraggio" il vicepresidente Aser Paolo Maria Amadasi, "che ha pagato il prezzo della verità, scegliendo di portare avanti senza paura le proprie opinioni". Ma, soprattutto, "un uomo che ha pagato la libertà di espressione con la vita: per i giornalisti di domani, sia la bussola per sapersi orientare al meglio verso una sempre più libera e corretta informazione" conclude il direttore di Qn-il Resto del Carlino, Michele Brambilla.

Alessia Ussia

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