Orgasmatron: la 'macchina' del piacere è ai Giardini Margherita

L’installazione artistica si fonda sulle idee dello psicanalista Wilhelm Reich. Nella ’cabina’ suoni, odori, colori che dovrebbero stimolare l’istinto sessuale

Orgasmatron, la 'macchina' del piacere è ai giardini Margherita

Orgasmatron, la 'macchina' del piacere è ai giardini Margherita

Bologna, 2 settembre 2021 - Appuntamento alle Serre dei Giardini Margherita, alle 18: tutti a lezione di Orgonomia con presentazione di Orgasmatron, la macchina del piacere. Prego? Sì, è successo ieri, quando nello spazio dell’associazione Kilowatt è stata presentata un’opera d’arte dell’artista senza volto e identità Norma Jeane (si chiama così in onore di Marilyn Monroe, quello era il suo vero nome) che in nome della scienza dell’Orgone dello psicanalista viennese Wilhelm Reich ha realizzato ‘Orgasmatron Redux’, un contenitore di legno farcito di lana di pecora non trattata e lana d’acciaio, una cabina con finestrella, che racchiude in sé diverse tecniche di stimolazione della sessualità in un’unica esperienza ma che va dal visuale all’olfattivo.

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Reich, guru della liberazione sessuale (volato in America dopo aver ‘rotto’ con Freud e a causa dell’ascesa del nazismo), al posto del lettino, per i suoi pazienti, aveva inventato proprio l’Orgasmatron, volto a liberare in loro l’energia sessuale repressa, con l’intento di portare alla risoluzione delle tensioni psicofisiche e quindi alla guarigione da numerose malattie. Chissà se avrebbe mai immaginato che quasi cent’anni dopo, la sua invenzione sarebbe stata ispirazione per l’opera di un artista generalmente provocatore, presentata dal direttore di un museo, in questo caso Lorenzo Balbi del Mambo, che ha sostenuto con le finanze della sua istituzione parte della realizzazione equivalente a 3.000 euro circa. Sarebbe impazzito di gioia il medico, per di più sapendo che la prova della macchina non è neppure vietata ai minori. Invece fu perseguitato e morì in prigione. Ma il suo nome e le sue pratiche non sono mai state dimenticate. Tanto che ieri, alla Serra, davanti ai relatori (anche la scienziata che ha studiato le essenze da sprigionare, un costruttore e l’allevatore fornitore della lana), si sono presentate molte persone.

Conoscevano le teorie di Reich ed erano curiose di provare ‘Orgasmatron Redux’, presentato come "l’eccitatore definitivo": dopo un’ora di racconto dell’opera, si sono infatti messe in fila per provare il dispositivo, sedendosi uno alla volta, ascoltando i suoni, respirando un elisir di sostanze varie, le cosiddette "copuline" (miscela di acidi organici di fonte femminile quali l’acetico, propionico, butirrico e metil butirrico) da una parte e dall’altra due sostanze di natura ormonica, l’androstenone e l’androstenolo, ricevendo stimolazioni ottiche dalle luci rosse.

E uscendo col sorriso sul volto, non si sa se per l’esperienza divertente o per altro. Ogni seduta ha la durata di 15 minuti, è per una sola persona alla volta ed è prenotabile seguendo le informazioni sul sito delle Serre. Il direttore Balbi ammette di non aver ancora provato il macchinario, ma riconosce che "un’installazione artistica come questa sta dimostrando quanto ancora le questioni relative al sesso siano un taboo forte". E prosegue: "Certe reazioni ricevute sull’opera dimostrano come ancora esistano degli argomenti che solo per essere citati suscitano lo sdegno totale o un certo tipo di appannamento nella percezione della realtà delle cose. Se questa fosse stata una stanza in cui veniva accelerato un altro tipo di sensazione che non è la libido o la gioia, non se ne sarebbe mai parlato e quindi sono proprio contento che l’artista abbia messo il dito nella piaga, perché ti mette di fronte a certe attitudini che nessuno di coloro che entrano nella stanza avrebbe problemi a pubblicare. Come ad esempio una foto personale in bikini su Facebook e invece fa lo scandalizzato perché c’è una cabina dove chi entra potrebbe sentire accelerato il proprio istinto sessuale. E dico potrebbe perché si parla di scienze non provate e non smentite dove la suggestione la fa da padrona".

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