La Madonna di San Luca riabbraccia la città

La celebrazione per la discesa della Vergine dal colle della Guardia fino in San Pietro. L’arcivescovo Zuppi: "Porta una speranza di pace"

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di Massimo Selleri

La venerata immagine della Beata Vergine di San Luca è arrivata nella cattedrale di San Pietro su un mezzo dei vigili del fuoco. Dopo due anni di pandemia la procedura è consolidata e il cardinale Matteo Zuppi ha deciso di mantenerla anche quest’anno, sebbene le processioni fossero possibili e si sarebbe potuto tornare alla tradizione. Le invocazioni a chi custodisce la città sono state una costante durante i mesi i cui il Covid ha reso molto complicata la vita di tutti e così l’arcivescovo ha voluto portare l’icona in alcuni luoghi simbolo nel vicariato ovest della diocesi. Il risultato resta sempre quello perché quando la Beata Vergine arriva in via dell’Indipendenza la Basilica è gremita e le persone che non sono riuscite a entrare l’aspettano davanti al sagrato. Villa Pallavicini è stata la prima tappa e ad accogliere l’immagine, oltre a Zuppi, era presente anche la presidente del quartiere Borgo Reno Elena Gaggioli, che ha portato i saluti del sindaco Lepore. "Siamo nel villaggio della carità – ha spiegato il cardinale – dove tutti possono trovare accoglienza. Ora ci sono anche due famiglie ucraine che hanno trovato un rifugio scappando dalla guerra. Maria protegga tutti coloro che lavorano per la pace e per i più deboli".

L’itinerario prevede un passaggio al cimitero di Borgo Panigale, alla chiesa romeno-ortodossa di via Olmetola, alla struttura residenziale per anziani di Villa Ranuzzi e alla nuova casa di cura Villa Bellombra. L’ultima tappa è al Centro Tecnico di Casteldebole, sede del Bologna Calcio. La prima squadra è impegnata in trasferta e anche alcune formazioni delle giovanili sono occupate in diversi appuntamenti sportivi. Tra i ragazzi del vivaio chi è libero è lì a salutare l’arrivo dell’icona. "Quando abbiamo pensato a questo cammino – a parlare è l’arcivescovo – ho voluto fissare una sosta anche qui perché la ritengo una visita importante. Maria insegna a giocare il gioco della vita, che è un gioco molto serio dove se non sei disposto a giocare insieme agli altri hai perso. Per vincere devi preoccuparti degli altri, cosi come gli altri devono preoccuparsi di te. Del resto voi mi insegnate che se uno non passa mai la palla non va da nessuna parte e tutta la squadra perde".

L’arrivo in cattedrale coincide con la recita delle litanie mariane e con la benedizione del cardinale: "Dobbiamo chiedere a Maria il dono della pace e che ci insegni a vivere da ‘Fratelli Tutti’, perché lo siamo davvero". In serata Zuppi ha presieduto una veglia di preghiera per la pace in una Basilica di San Pietro ancora colma di fedeli. "La pace si fa svuotando gli arsenali – ha concluso l’arcivescovo –, trasformandoli in un’opportunità di conoscenza e incontro e liberandosi dalle nostre convenienze e da tutto quello che non ci consente di avere un rapporto vero con il prossimo. Essendo amato dal Padre, il cristiano deve diventare un artigiano di pace. Normalmente l’artigiano è uno che ci mette la sua creatività per produrre qualcosa di buono e di originale. Così deve essere anche il nostro no alla guerra". Questo momento di preghiera è durato fino alle due di notte.

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