MASSIMO SELLERI
Cronaca

La messa di Zuppi: "La memoria ci aiuta a sentirci comunità. La strage riguarda tutti"

L’arcivescovo ha celebrato la funzione nella chiesa di San Benedetto. Il ricordo va anche alla tragedia dell’Italicus: domani ricorrono i 50 anni.

La messa di Zuppi: "La memoria ci aiuta a sentirci comunità. La strage riguarda tutti"

L’arcivescovo ha celebrato la funzione nella chiesa di San Benedetto. Il ricordo va anche alla tragedia dell’Italicus: domani ricorrono i 50 anni.

Treno Italicus, strage della stazione di Bologna e rapido 904. Tre bombe che con il loro terrore non sono riuscite a far deragliare il treno della democrazia. Non sono state le uniche tre stragi in Italia, ma secondo il cardinale Matteo Zuppi soprattutto quella del 2 agosto ha ottenuto l’effetto contrario rispetto a quelle che erano le intenzioni dei terroristi neofascisti scuotendo immediatamente le coscienze.

"La memoria di questa tragedia ci aiuta tanto a sentirci comunità, a non scappare e a non fare finta – ha spiegato l’arcivescovo durante la messa di suffragio per le vittime della strage della stazione –. Colpisce ancora una volta come davanti a questi drammi si ricrei sempre quella solidarietà che immediatamente è sorta di fronte a questa epifania del male. Siamo tutti dei potenziali familiari o dei sopravvissuti: quante persone mi hanno detto io potevo essere lì o ci ero passato poco prima. Questa memoria ci ha aiutato anche a superare le tante stragi che hanno insanguinato questo Paese e ci ha reso più sensibili a tanti altri dolori, perché come ci ha detto la mamma di un ostaggio israeliano che ha ancora il figlio in mano ad Hamas non c’è la classifica del dolore, ma lei stessa è la prima che non vuole che il suo dolore non provochi altro dolore".

La chiesa di San Benedetto, che come parrocchia si occupa anche della stazione, è gremita di persone che sono proprio lì a testimoniare questa solidarietà. Ci sono i familiari delle vittime, c’è l’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Simone Borsari e ci sono i rappresentanti dei diversi schieramenti politici. La gente ancora una volta ha ribadito che la strategia della paura non ha pagato.

"La memoria delle stragi è piena di dolore, sgomento e rabbia, ma se gli autori fascisti della strage volevano terrorizzare per dividere, per imporre il loro ordine, con complicità inquietanti e purtroppo non chiarite, la reazione è stata quella che permette sempre di affrontare il male: la solidarietà. È la forza che non fa arrendere di fronte ai poteri e ai pensieri occulti, che sono sempre anticristiani perché contro la persona".

Domani ricorrono anche i 50 anni della strage dell’Italicus dove perirono 12 persone. "Tra loro c’era anche anche Marco Russo. Aveva 14 anni ed era malato di leucemia. I suoi genitori, anche loro morti a causa della bomba, lo portavano in giro per l’Italia cercando di distrarlo dalla malattia. La memoria legata alle sofferenze ha sempre un aspetto un po’ atroce perché ricordare significa riaprire una ferita. Non possiamo pensare che non sia importante riparare queste piaghe con la giustizia perché diventino fonte di luce e non di buio".

Prima della celebrazione il cardinale Zuppi in forma privata si è recato in stazione per rendere omaggio a Silver Sirotti, il capotreno che il 4 agosto 1974 morì nel tentativo di soccorrere i viaggiatori coinvolti nella strage dell’Italicus, ricordato da un cippo sul primo binario della stazione. "La memoria deve essere sempre curata con la giustizia e con l’amore – ha detto il cardinale –. Quello che per esempio non è avvenuto con le altre due stragi che ricordiamo oggi, quella dell’Italicus e del Rapido 904. Qui tutta la città si è presa carico della strage alla stazione e ne fatto memoria di tutti, da cui anche tanta insistenza che ha prodotto anche tanti frutti di giustizia. Nelle altre due stragi no, e questa è una sofferenza in più per i parenti delle vittime".