La parrocchia accoglie le spoglie di don Enea

I resti del sacerdote, morto nel 2006, sono stati traslati nella chiesa di San Bartolomeo, che il parroco costruì con le sue mani

La parrocchia accoglie le spoglie di don Enea
La parrocchia accoglie le spoglie di don Enea

La salma di Don Enea Albertazzi riposa nella chiesa di San Bartolomeo di Silla. La traslazione è avvenuta nel pomeriggio di domenica alla presenza del cardinale Matteo Zuppi. Incrociando le norme laiche con quelle canoniche si scopre che, salvo deroghe speciali, questo privilegio spetta solo ai quei parroci che con il loro ministero pastorale hanno accompagnato la costruzione della chiesa che poi diventerà sede della parrocchia. Nel caso di Don Enea il sacerdote è andato oltre, dando personalmente una mano ai tanti muratori volontari e non che hanno costruito l’edificio.

"Rileggendo le cronache della sua vita – ha spiegato l’arcivescovo di Bologna – si scopre come lui fosse sia padre che fratello e questo è l’unico modo per essere un vero parroco. Noi dobbiamo stare nella comunità come faceva lui, coinvolgendo e preoccupandoci di tutte le persone e non sono di quelle che frequentano la parrocchia. Don Enea era diventato un punto di riferimento per la comunità di Silla, perché si sporcava le mani insieme a tutti i suoi componenti e si divertiva con loro giocando anche alle carte, un passatempo che mi dicono essere molto comunque qui in montagna". La vita di don Albertazzi e quella della parrocchia di Silla, una frazione nel comune di Gaggio Montano, sono strettamente legate.

La parrocchia venne creata nel 1942 dall’allora cardinale arcivescovo Giovani Batista Nasalli Rocca e il suo primo parroco fu proprio don Enea che venne ordinato sacerdote nel 1944. Svolse questo ministero pastorale fino a 1999 e poi venne spostato a Cento. Morì nel 2006, all’età di 86 anni, a causa dei traumi riportati in un incidente stradale. Subito dopo il decesso iniziò l’iter perché le sue spoglie potessero essere riportate nella chiesa che aveva visto nascere e che venne consacrata nel 1953. Le famiglie di questa zona furono molto provate dalla guerra e quello che avvenne dopo fu una vera opera di pacificazione, in cui don Enea ebbe un ruolo importante.

"Il vangelo non è un insieme di regole da applica – ha concluso Zuppi – ma è la testimonianza della forza dell’amore. Una delle sue principali manifestazioni è il perdono, che non significa dimenticare, ma che significa dare un’altra possibilità a chi ci ha fatto un torto. Questo non significa non ricevere e non ottenere giustizia, ma liberare la giustizia da quella voglia di vendetta che spesso la rende poco accettabile o credibile". Questa capacità di essere giusto e di essere una parte viva in tutta la comunità di Silla e non solo in chi orbitava attorno alla parrocchia ha fatto sì che il ricordo di Don Enea sia ancora molto vivo tra i sillani e tra chi lo ha avuto come insegnate di religione nelle scuole di Porretta Terme.

Massimo Selleri