La Pasqua dei profughi "Chiederemo la pace"

La comunità ucraina si riunisce oggi in San Demetrio per la festività ortodossa. Don Boiko: "Vogliamo vivere liberi nella nostra terra. Non perdiamo la speranza"

Momenti diversi, stesso intento. Le comunità cristiane ucraine presenti a Bologna pregano per la pace per le vittime dell’invasione russa nel loro Paese, soprattutto per quelle più innocenti come i bambini. Il calendario ortodosso fa cadere nella giornata di oggi la festa della Pasqua, con i fedeli ucraini che saranno ospitati nella Chiesa di San Demetrio, che è sotto la giurisdizione del Metropolita Polykarpos, l’arcivescovo ortodosso d’Italia ed Esarca per l’Europa Meridionale. Normalmente, a questa parrocchia fanno riferimento le persone provenienti dalla Grecia, ma vista la numerosa presenza dei rifugiati, è stata data la possibilità a chi è fuggito dalla guerra di celebrare qui la propria Pasqua con un sacerdote che fa direttamente riferimento al patriarcato di Kiev.

Il fatto che la Russia non abbia accettato una tregua neppure per questa festività ha creato ancora più tensione tra le due chiese, considerato anche il fatto che sono stati più di 400 i sacerdoti ucraini che hanno promosso un’azione contro il patriarca Kirill, perché le sue dichiarazioni a favore dell’invasione siano bollate come eretiche. Per una precisa scelta di comunione con l’Italia, i fedeli ucraini cattolici che fanno parte delle comunità di rito bizantino hanno allineato il loro calendario a quello del rito romano, per cui oggi nella Chiesa di San Michele dei Leprosetti durante la Divina Liturgia si celebra la manifestazione ai discepoli di Gesù a distanza di otto giorni dalla Pasqua e la curiosità di San Tommaso.

"La nostra liturgia – spiega il parroco Don Mykhailo Boiko – si apre con una richiesta di pace, quella pace che stiamo chiedendo dall’inizio di questa guerra. Abbiamo un pensiero particolare anche per chi non è riuscito a fuggire e ha trovato la fine della vita nella sua casa. E soprattutto per i bambini. Le notizie che arrivano dal nostro Paese non sono belle e ci preoccupano tantissimo, ma noi continuiamo a sperare, chiedere e credere che la pace sia possibile e che arrivi molto presto. Vogliamo vivere liberi nella nostra terra". Al termine della Divina Liturgia saranno benedetti i cestini contenenti il pane, che saranno poi consegnati ai fedeli.

Massimo Selleri

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