
È riposta in un decreto ‘Primo maggio’ la speranza di dare un sostegno economico alle lavoratrici delle due società del...
È riposta in un decreto ‘Primo maggio’ la speranza di dare un sostegno economico alle lavoratrici delle due società del gruppo La Perla in liquidazione rimaste senza ammortizzatori sociali. Lo spiega l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, che fa il punto sul mancato inserimento nel decreto Pa dell’emendamento che garantiva la cig a una cinquantina di ‘perline’ per le quali non c’erano più coperture. "Pare che il governo stia preparando un decreto ‘Primo Maggio’. Se così fosse, sarebbe il veicolo adatto, però questa volta bisogna che il ministero inserisca fin subito l’emendamento all’interno del decreto. Se così fosse, ammesso che questo decreto ‘Primo Maggio’ esista, allora noi avremmo una norma e avremmo risolto la questione".
Non bisogna, però, commettere l’errore che ha fatto saltare l’inserimento del dispositivo ‘salva-perline’ nel precedente decreto. "C’era stato detto appunto che il veicolo normativo sarebbe stato individuato nel cosiddetto decreto ‘Pubblica amministrazione’: il testo di questo primo emendamento era stato consegnato, poi però è scomparso e non è riapparso. Io su quell’emendamento avevo espresso delle perplessità e consigliato di agire con un emendamento molto più circostanziato di così, quasi su misura per La Perla. Proprio perché so che il ministero delle Finanze ogni volta che deve dare in via libera a un emendamento che a loro modo di vedere possa aprire un precedente pericoloso non sempre dà l’ok".
"Faremo il massimo della pressione sul governo affinché trovi un veicolo per inserire emendamento già pronto", assicura il deputato Pd Andrea De Maria. Il mancato inserimento dell’emendamento La Perla nel precedente decreto, però, ancora brucia: "Abbiamo vissuto ore di profonda delusione: Urso e Calderone si erano presi un impegno, rispetto al quale, però, non erano state fatte le opportune verifiche. Così le lavoratrici si sentono prese in giro", protesta Stefania Pisani della Filctem-Cgil. Quello che è accaduto il 14 aprile è "uno schiaffo alla fiducia che le lavoratrici hanno messo nelle istituzioni", sottolinea Mariangela Occhiali della Uiltec.